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Mese: Ottobre 2007

La vita è comunicazione

 

Tra le frasi delle quali il genere umano abusa una delle più gettonate è “non capirò mai le donne” (detto dagli uomini) o “non capirò mai gli uomini” (detto dalle donne). Esistono anche situazioni in cui degli uomini esclamano “non capirò mai gli uomini”, ed è il caso, come suggerivo nel post precedente, di coloro i quali utilizzano come entrata qualcosa che in realtà era stata ideata solamente come uscita. Poco male, comunque: ribadendo che ognuno può farne l’utilizzo che preferisce, proseguo nel discorso. In realtà, una verità in queste frasi c’è. E non indifferente. Risulta infatti difficile che gli uomini possano comprendere perfettamente la delicatezza, la sensibilità e l’attitudine al se-non-esiste-un-problema-me-lo-devo-inventare  tipiche del mondo femminile. E’ altrettanto difficile, da parte delle donne, capire la rozzezza, la spavalderia e l’attitudine al prima-scopare-poi-parlare tipicamente maschili. Anche perché in realtà la voglia di parlare non c’è nemmeno dopo. 

Non è solamente una questione di differenze, però: spesso è soprattutto difficoltà di comunicazione. Non mi permetterò certo di dare consigli agli uomini su come penetrare nel magico mondo femminile (no, non è il tipo di metafora che state pensando voi): io ne so quanto gli altri.                                                         Suggerirei però alle signorine che seguono questo blog (nessuna, presumo,ed è un bene per loro: anzi, dovreste evitarlo tutti) un piccolo prontuario utile ad esplorare il mondo maschile. Di seguito indicherò una serie di frasi piuttosto usuali negli interscambi quotidiani uomo-donna: proporrò la frase pronunciata dall’uomo, e come interpretarla.

01: Mi daresti il tuo numero?

Trad: Fammi capire se c’è una minima possibilità che tu me la dia.

02: Stasera sto a casa, purtroppo non mi sento molto bene.

Trad: Ho i quarti di finale del torneo di Pro Evolution.

03: E’ una che conosco.

Trad: Me la sono scopata, ma non lo rifarò.

03: E’ una mia amica.

Trad: Me la sono scopata più volte e potrei rifarlo.

05: E’ una mia grande amica.

Trad: E’ un puttanone.

06: E’ mia sorella.

Trad:Vorrei scoparmela, ma non posso.

07: Bevi qualcosa?

Trad:Ingoi?

08: Ne parliamo dopo, amore. Adesso vieni qui, lasciati abbracciare.

Trad: Voglio vedere come farai a parlare con la bocca piena.

09: Mi sento soffocato.

Trad: Hai rotto i coglioni.

10: Tua mamma è molto simpatica.

Trad: Se lei ci sta, me la trombo.

11: Credo che nel nostro rapporto sia necessaria una svolta.

Trad: Quando me lo dai il culo?

 

 

(una piccola annotazione: ho ovviamente generalizzato. Ci sono sempre delle eccezioni (rare) a questo modello. Tipo me.)

Barzellettieri d’Italia

 

Il mondo è una immensa, stratosferica barzelletta. Ognuno nel suo piccolo ne è testimone, ed io non posso certo esimermi dal confermarlo. Gli esempi si sprecano, basti guardare:

 La nostra rubrica "God Of The Week";

Tutti quelli che di settimana in settimana sono in lizza per il suddetto riconoscimento, ma che a malincuore devo scartare perchè si sa, non possono mica vincere tutti (ma hanno un posto nel mio cuore);

Berlusconi "assolto" al processo Sme;

La faccia del Sarto la domenica pomeriggio, dopo un sabato sera da guerriero;

Ed un’infinità di altre cose e persone che potrei menzionare ma eviterò per motivi di spazio. Insomma, il mondo in fondo può anche essere divertente, se lo si prende nel verso giusto. In fondo basta poco. E allora mi chiedo: perché, e lo chiedo di nuovo, cazzo, perchè quelli della Settimana Enigmistica si ostinano a pubblicare l’angolo delle barzellette? Voglio dire, perché rovinare tutto ad uno che magari fino a quel momento sta passando una bellissima giornata, e ingenuamente tenta di suggellare il tutto facendosi due risate, e leggendo questo?

Una giovane recluta incrocia il colonnello nel cortile della caserma e non lo saluta. L’ufficiale lo apostrofa:

– Come ti chiami?

– Davide rossi.

– E la tua compagnia?

– Giuseppe Rossi e figli..

Poi leggi la scrittina in alto e scopri che dice "inviate le vostre trovate per posta o sul sito, pubblicheremo le migliori".

Le migliori, cazzo.

Almeno con quella di Berlusconi assolto avevo riso.

(Mi è stato fatto notare che in questo blog si fa riferimento abbastanza spesso all’omosessualità: il fatto è che io sono molto attento alle tematiche sociali, quindi anche alle questioni riguardanti le persone gay; in particolare, sono interessato alle questioni riguardanti le persone gay di sesso femminile. Molto interessato. Moltissimo.)

(Mi è stato chiesto se ho qualcosa contro i gay: assolutamente no. Per me non è un problema se uno vuole usare il suo culo come portaerei. E’ roba sua..)

Ogni settimana mi stupisco sempre più degli abissi nei quali la razza umana può sprofondare. Sto pensando di organizzare un pullman per la Sicilia e andare a cena con ‘sto tipo. Sono aperte le iscrizioni..

Dio della settimana. Senza dubbio.

 

 

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=VVGqQPdCoy4&rel=1]

Dei tempi e delle dimensioni

 

C’è qualcuno che mi incita a scrivere, ad aggiornare più spesso il blog. Ora, premesso che qui c’è gente che lavora (cazzo, erano anni che sognavo di poterlo dire), concedetemi anche il fatto che per inventarsi ‘ste cazzate ci vuole una grande dose di idiozia (ma questo non è un problema) e pure un po’ di tempo per pensarle. Un giorno, quando avremo commercializzato il vestiario firmato "appletini.it" e saremo ricchi, non avrò un cazzo da fare e scriverò di più. D’altra parte la psicologia è un campo pesante, spesso quando arrivo a casa di cazzate ne ho già sentite abbastanza, non ho voglia di pensare pure alle mie.    

E poi, se proprio volete sentire delle boiate, basta guardare Studio Aperto.

Comunque, ho un compagno di squadra superdotato. E stasera pensavo che se l’avessi come il suo ci tatuerei sopra nome, cognome e numero di telefono e lo utilizzerei come biglietto da visita. Oppure lo utilizzerei come saluto, al posto del "ciao".

Tipa : Ciao.

(QuandoSiFaBuio si cala i pantaloni)

Tipa : O-mio-dio.

Q : Figurati.. puoi chiamarlo semplicemente Fufi.

Tipa : ..ma dove finisce?

Q : La punta è a casa. Così mia mamma non si preoccupa.

 

(Ora che ci penso: sarebbe utile anche come tergicristalli.)

La favola del week-end

Vi racconterò una favoletta. Ci sono due amici, che per rispetto dell’anonimato chiameremo Q. e ilS. I due si conoscono da molto tempo e da altrettanto tempo condividono la passione per la verdura. Hanno anche creato un blog nel quale Q. scrive e ilS., invece, non fa un cazzo. In realtà partecipa al blog anche un terzo, angusto personaggio, che manterremo anonimo chiamandolo StUnCr, anche se la sua partecipazione è puramente simbolica, un po’ come il secondo chitarrista nel primo CD dei nirvana. Anzi, per rendere meglio l’idea, come nella classica scena nella quale un vigile urbano dirige il traffico, il secondo lo osserva e il terzo si guarda la scarpa slacciata e pensa al perchè diavolo non ha comprato quelle con lo strappo, come sempre. Ecco, StUnCr è il terzo vigile.

Ma non divaghiamo.              

I tempi corrono, la vita sfugge, i due invecchiano un pò ogni giorno, come tutti, ma mantengono intatta la loro passione per l’insalata. Q. lavoricchia mantenendo però sempre intatto il suo status di studente a vita; ilS., invece, apre un’attività e scopre che nella vita bisogna pur lavorare, cosa che certo il suo amico non poteva insegnargli. Lavora molto, lasciando a casa da sola sua mamma, cosa che a Q., peraltro, non dispiace affatto. E nemmeno alla mamma. Q. è certamente un grande amico.  

ilS. ha anche da poco affittato una casa insieme ad un ulteriore amico, denominato K. Uno che vende i porno. Questa novità è certamente vantaggiosa per i due amici, perché gli consente di essere al riparo dal lupo cattivo, che non gli permette di appagare pienamente la loro smisurata passione, adducendo motivazioni francamente incomprensibili. Come se non bastasse, ultimamente ilS. ha ricevuto in dono uno strumento, una sorta di "tubo da insalata", che gli permetterebbe di gustare a pieno le virtù di questa verdura straordinaria.

Il problema è che ilS., che intrattiene i rapporti commerciali col fruttivendolo, ultimamente è piuttosto assente sotto questo punto di vista, nonostante le continue sollecitazioni da parte di Q, che spera comunque di poter dare un finale lieto a questa storia, come in tutte le favole che si rispettino.

Riassumendo: Sarto, hai la casa, hai il chiloom, quando cazzo la compri l’erba??

Arriva un giorno, nella vita di un uomo, in cui devi guardare in faccia la realtà. E la realtà è questa: io faccio musica da quando sono adolescente. Suono, scrivo i testi e li canto pure. La mia feroce autocritica non mi ha mai permesso di essere pienamente soddisfatto di ciò che ho creato, ma confesso che la speranza di fare qualcosa di buono l’ho sempre conservata, in uno degli angoli più nascosti di me. Poi, un giorno, un amico ti manda una mail con un link, dicendoti che non puoi perdertelo. E la tua vita cambia. Cambia perché capisci che non sei nessuno, cambia perché "quelli bravi sono altri", cambia perché il talento è oligarchico. Allora ti guardi allo specchio e pensi che resterà sempre e soltanto un bel divertimento. E ringrazi l’amico perché ti ha aperto gli occhi, e maledici quel link perché ha investito il tuo sogno. In piena striscia pedonale.

A voi, il dio della settimana.

Vi prego, prendetevi cinque minuti e guardatevelo tutto. Ne vale la pena.                 

 

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=6mYYIZCDaOw]

 

(Grazie, Nicko. ti devo un favore.)

 

Questa era in ballottaggio la scorsa settimana col tizio della matita nel pene: ho scelto l’altro, ma non me la sentivo di non premiarla. Signorine e signorini, il nuovo dio della settimana..

p.s: io adoro questa donna.

 

Una sola partecipante al concorso: arriva seconda

La signora Jenny Brown, 62 anni, era sicuramente soddisfatta quando la sua torta ha vinto il secondo premio al concorso locale organizzato dal Wimblington Sports Committee. Soddisfazione che si è sciolta come un ghiacciolo al sole quando ha però scoperto, attraverso un’amica, che era stata anche l’unica partecipante al concorso.

July Dent, del comitato organizzatore, spiega che i giudici avevano delle attese superiori per cui hanno deciso di non assegnare il primo premio. La Dent spiega che lei stessa si è trovata nella stessa situazione alcuni anni fa, giungendo addirittura terza, sempre su.. un partecipante.

 (Attenzione: questo post è lungo. Si declina ogni responsabilità per attacchi cardiaci, crisi epilettiche o masturbazione compulsiva.)

Burrhus Frederic Skinner è stato un importante psicologo americano. Prima di spiegare ciò che voglio spiegare, però, riporto un breve dialogo tra i suoi genitori a proposito del nome del figlio:

Legenda per eventuali idioti:
(M = Madre di Burrhus     P = Padre di Burrhus)


M : Tesoro, sono incinta!

P : O mio Dio, è fantastico! 

M : Senti, se è femmina avevo pensato di chiamarla Kate.

P : Fantastico! E’ il mio nome preferito!

M : Però ci devo ancora pensare, non sono sicurissima. Se è maschio invece non ho dubbi.

P : Eddai, cazzo, non tenermi sulle spine..dimmi!

M : Se è maschio lo chiameremo di certo Burrhus.

P : ..Burrhus.

M : Si, Burrhus! Che c’è, non ti piace?

P : Ehm.. no, no, è bellissimo, l’unico problema è che non ti ho mai detto che sono gay. Addio.

M : Ma, ma.. aspetta, parliamone! Io ti posso accettare anche se sei gay..

P : Passivo.

M : Ah, ok. Addio, allora.

Probabilmente anche a causa di questo (oltre che del nome stesso, s’intende) il povero Burrhus soffrì in gioventù di una forma depressiva che fece naufragare il suo sogno di diventare scrittore. Divenne comunque molto famoso per la formulazione del principio del "condizionamento operante", che illustrerò brevemente con un esempio classico.

In una gabbia c’è un ratto. Esso si muove casualmente nella gabbia stessa, all’interno della quale c’è una piccola leva che, se premuta, aziona un meccanismo che fa scivolare una piccola pallina di cibo all’interno. All’inizio il ratto aziona casualmente la leva, vede che arriva del cibo e lo mangia. Col passare del tempo capisce che tutte le volte che aziona la leva stessa arriva del cibo. Il ratto comincia quindi a saltellarci sopra allegramente fino a quando non è pieno come un uovo.

(nota: Può capitare che ci sia un ratto che non capisce la faccenda della leva. Ma si sa, gli idioti non esistono solo tra gli umani.)

Ora: mia madre esce a prendere il pane tutte le mattine alle 11.30 e rientra verso le 12.15. Tutte le mattine.

Tutte. Le. Mattine. Non mi pare un concetto complicato. Tuttavia, tutte-le-mattine, puntualmente, tra le 11.30 e le 12.15 il telefono di casa suona. Ed è una sua amica che la cerca. Considerando che mio padre non risponde al telefono di casa (chiamalo idiota) ma ne odia lo squillare, è ovvio che tocchi a me rispondere. Accade quindi questo:

(Q = QuandosiFaBuio     A = AmicaDellaMamma)


A: Pronto, c’è la mamma?

Q: No. E’ uscita.

A: Ah, ok, dille che l’ho chiamata. Ciao.

E fin qui, al di là del fastidio provocato dal dover rispondere sapendo già chi è e cosa risponderò, non sarebbe poi granché. Il problema si pone quando la fantastica amica se ne esce con cose del tipo:


Q: Pronto?

A: Ciao. C’è la mamma?

Q: No. E’ uscita. Torna verso le 12.15.

A: Ma è sempre in giro, tua mamma! Che gironzolona!

Q: Eh, già.. sta proprio vivendo una seconda giovinezza.


La mia mancanza di pazienza e di umorismo mi ha portato quindi ad applicare i princìpi del condizionamento operante all’amica di mia madre, mettendola in condizione di capire che a quell’ora non è mai in casa, ma in maniera progressiva, di modo che gli risulti semplice da acquisire. Un po’ come aiutare un ratto non particolarmente brillante a trovare la leva.


TENTATIVO 1:

(lunedi, ore 11.45)

A: Pronto, c’è la mamma?

Q: No, mi spiace.

A: Ah,ok. Grazie.


TENTATIVO 2:

(martedi, ore 11.45)

A: Pronto, c’è la mamma?

Q: No, mi spiace. E’ uscita a prendere il pane, come tutte le mattine.

A: Ah,ok. Grazie.




TENTATIVO 3:

(mercoledi, ore 11.45)

A: Pronto, c’è la mamma?

Q: No, mi spiace. Non è MAI in casa a quest’ora.

A: Ah,ok. Grazie.

TENTATIVO 4:

(giovedi, ore 11.45)

A: Pronto, c’è la mamma?

Q: No. E’ morta.

A: Eh?

Q: click.

VENERDI, ORE 18.00:

Mamma: Eccoti. Volevo chiederti una cosa. Oggi pomeriggio ha chiamato la mia amica..

QuandoSiFaBuio: E andiamo, cazzoo! Ma chi sono, eh?dimmi..CHI CAZZO SONO?

Mamma: ..dice che ha chiamato stamattina ma c’era il telefono staccato. Verso le 11.45. Ne sai qualcosa?

QuandosiFaBuio: Ehm..no. Sarà stato il ratto.

Ecco il nuovo dio della settimana.

Comunicazione importante per i lettori di sesso maschile: leggetelo una volta e ridete pure, ma poi non fermatevi troppo a pensarci.

Viagra fai da te: matita nel pene

Farà il giro del mondo la notizia proveniente da Belgrado non per l’importanza quanto per l’effetto ridicolo che scatena: Zeljko Tupic è stato ricoverato d’urgenza dopo che, per prevenire i suoi problemi erettili, si è inserito una matita nel pene. Durante la notte di sesso, però, “l’attrezzo” è andato a conficcarsi fino alla vescica obbligaando il povero Zeljko a chiamare l’ambulanza.

I medici sono stati costretti ad operare d’urgenza. E quando il paziente è risultato fuori pericolo hanno potuto tirare un sospiro di sollievo e farsi anche una risata. Zeljko ha confessato ai chirurghi di avere avuto in passato problemi di erezione. E dato che quella sera aveva un appuntamento galante con una nuova fiamma non voleva fare brutta figura.

Ecco dunque l’idea, che non sarà certo catalogata tra le più brillanti della storia: infilarsi una matita nel pene per mantenere l’arto rigido. Tutto bene all’inizio fino a che il povero Zeljko si è accorto che qualcosa non andava. Nell’amplesso la matita aveva iniziato a risalire su per l’uretra andando a conficcarsi fino alla vescica. I dolori lancinanti hanno costretto la coppia a chiamare d’urgenza un’ambulanza.

“Tupic ha detto di non sapere dell’esistenza di farmaci come il Viagra – ha detto il dottor Aleksandar Milosevic al quotidiano Kurir -. All’inizio aveva anche negato di essersi infilato qualcosa nel pene, ma poi i raggi X hanno chiarito tutto. In futuro – conclude il medico – Tupic proverà la pillola blu prima di mettere mano all’astuccio e provare con qualche altro oggetto di cancelleria”.

AV 1943 - Matita HB -