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Mese: Ottobre 2011

QuandoSiFaBuio in un locale molto fico

(QSFB arriva al parcheggio del locale. Da lontano, un signore grosso e molto, molto abbronzato gli fa cenno di cercare un posto in fondo, lontano dall’ingresso. Ma QSFB, col suo occhio di lince, nota uno spazio proprio davanti alla porta d’ingresso del locale. Quindi si avvicina e si accinge a parcheggiarvi, ma l’uomo molto abbronzato gli si avvicina con aria vagamente minacciosa)

-Ehiehiehi!! Cazzo fai?

– Yeyeyeah, fratello. Yo! Sto parcheggiando.

– Non puoi parcheggiare qui.

– Ah. Scusa, stupido io che avevo scambiato quella scritta “Parcheggio” per l’ingresso di un parcheggio. Quindi cosa sarebbe questo posto, una concessionaria di auto usate? Sai, mi era già capitata una cosa del genere, una volta: all’ingresso c’era scritto “Festa della Lega Nord” e invece dentro era uno zoo.

– No, no, sei nel posto giusto, questo è il parcheggio: solo che non puoi parcheggiare lì. Devi parcheggiare là in fondo.

– Là in fondo? Senti, non ho portato il passaporto, e non credo che laggiù sia ancora Comunità Europea.

– Mi spiace: o parcheggi là o te ne vai.

– Ma… ma scusa un secondo: questo è un parcheggio, e questo è un posto libero del suddetto parcheggio. Perché mai non dovrei parcheggiare qui? Sarei un idiota a posteggiare là in fondo!

– Qui è riservato.

– Riservato per chi?

– Per chi arriva con determinati mezzi di trasporto.

– Cioè in calesse?

– No, intendo Ferrari, Maserati, Lamborghini, alcuni modelli di BMW e Mercedes, e via dicendo.

– Ti sei dimenticato di aggiungere “Fiat Panda”.

– Non è inclusa nell’elenco.

– Ma la mia è 4X4. Ed è il modello con i finestrini elettrici. Cioè, quelli davanti, perlomeno.

– Niente da fare. O là in fondo, o ti levi dai coglioni.

– Cominciamo bene.
(QSFB, forzando la sua natura, acconsente e parcheggia dove gli è stato indicato, cioè praticamente in ex Unione Sovietica. Dopo quindici giorni di cammino, giunge nuovamente all’ingresso del locale. Il parcheggiatore molto abbronzato lo accoglie con un sorrisetto)

– Parcheggiato?

– Si, grazie. Ne ho anche approfittato per comprare una matrioska a mia zia.

– Ed intendi entrare così?

– Così? No, no di certo: pensavo di entrare alla Fosbury, hai presente? Tipo salto in alto…

– Intendevo… vestito così?

– Beh, che ho che non va?

– Le scarpe, Cristo. Hai le scarpe da ginnastica.

– Beh? Son comode. E poi sono pregiate: hai presente le Adidas, che hanno le tre righe sul lato? Ecco, le mie scarpe ne hanno quattro.

– Con quelle non entri.

(QSFB, forzando nuovamente la sua natura, torna in Russia a recuperare l’auto, si reca in un negozio di scarpe -russo, chiaramente- e compra delle scarpe eleganti e russe. Poi torna all’ingresso del locale. Il parcheggiatore molto abbronzato lo attende all’ingresso, insieme ad una piccola folla di curiosi giunta a sostenere QSFB nella sua impresa. Appena egli giunge di fronte all’entrata, partono dei cori)

– Lunga vita a QSFB! No QSFB, no party!

– Il vero sballo è dire QSFB!

– QSFB non si tocca, ci dà gratis culo e boc…

(QSFB si commuove…)

-Grazie, gente, grazie. Ora entriamo tutti e si fa festa fino all’alba!

(…ma il parcheggiatore abbronzato fa un cenno di dissenso)

– Sei in lista?

– Eh?

– No, dico: sei in lista?

– Lista de che?

– In lista! Entri in lista o no?

– Ehm, cioè, non lo so, cioè, si, mi hanno schedato una volta perché mi han beccato col fumo, ma avevo diciotto anni.

Intendo una delle liste del locale!

– Ah, ehm… no. Presumo di non rientrare in nessuna lista.

– Allora paghi seicentocinquantaeuro con consumazione.

– Beh, almeno ho la consumazione.

– No, no, se non sei in lista la consumazione la paghi tu, ma la beve il barista.

– Ah. E che lista mi consiglieresti?

– Beh, c’è la lista SuperMegaMiglioriYeah, c’è RoccoSiffrediCeL’haPiùPiccoloDiNoi, LiberiLiberiSiamoNoiPeròLiberiDaCheCosa, e StaseraSiScopaDiSicuro. Queste sono le migliori.

– E che devo fare per entrare in lista?

– Devi chiamare il PR.

E se ti dicessi che ho lasciato il telefono in auto?

– Ti direi di andare a recuperarlo.

(QSFB, forzando per la terza volta la sua natura, si rimette in cammino, raggiunge la sua auto, recupera il cellulare, chiama il Pr e riesce in qualche modo a concordare l’ingresso. Poi torna all’entrata del locale. La folla è impazzita per lui. L’inverno è ormai alle spalle e la primavera si manifesta, lieve, sulle fronde degli alberi: la natura tutta sorride. Anche il parcheggiatore molto abbronzato sorride)

– Ci si rivede, eh? Quindi?

– Quindi (forzando la mia natura) sono stato inserito in una lista: lista Schindler.

– Ok, ok, dammi il braccio.

– Non vorrai…marchiarmi a fuoco?

– É solo un timbro.

– Ah. Ok.

(QSFB riceve il timbro col numero di riconoscimento “111436” e si avvia alle finte docc… cioè, all’interno del locale. Col solito occhio di lince, avvista un tavolo e si accinge a sedervicisi. Da lontano giunge però l’omone grosso e molto abbronzato)

– Ehy! Cazzo fai?

– Come “cazzo fai?” …mi siedo!

– Hai il tavolo?

– Non credevo di doverlo portare da casa.

– Intendevo qui! Qui! Hai il tavolo?

– Beh, ho trovato un posto libero.

– No, no, non hai capito: se hai il tavolo puoi sederti, altrimenti no, a meno che qualcuno che ha il tavolo non ti inviti a sederti con lui.

– Cioè, ricapitolando: qui c’è un posto ma io non mi ci posso mettere perché non ti ho chiamato l’altro ieri per avvisare?

– Più o meno. E in più non hai pagato.

– Pagato… cosa?

– Il tavolo!

– Cioè devo pagare per sedermi?

– Esatto. E incluso hai anche la bottiglia. Guarda che ti conviene, eh.

– Ah, e perché?

– Perché se prendi il tavolo hai già inclusa una bottiglia al 22% in meno del prezzo normale, in più essendo in lista hai un ulteriore 4,5% di sconto sul tavolo, ma complessivo, cioè diviso sulle persone che si siederanno con te. Ripartendo questa cifra tra i presenti, si ottiene un residuo decimale che puoi convertire in un buono sconto per la seconda bottiglia, però togliendo una sedia al tavolo. Quindi risuddividendo il tutto tra le persone rimaste, si ottiene un bonus da riutilizzare qui quando vuoi, ma tranne il Martedì, il Mercoledì, Il Giovedì, Il Venerdì, il Sabato e La Domenica.

– Cioè solo il Lunedì?

– Esatto. Non dimenticare però che l’IVA è al 21%.

– Ah, ok. E alla fine quanto mi costa, insomma?

– Centocinquantaeuro.

– E se mi porto il tavolo da casa?

– Non si può.

– Ma se io adesso me ne andassi, dovrei pagare qualcosa?

– Devi solo pagare da bere al barista.

– Ottimo.

(QSFB, assecondando finalmente la sua natura, si leva dai coglioni, ovviamente dopo aver pagato da bere al barista. Raggiunge l’auto, vaga senza meta e giunge dopo alcune ore in un postaccio di perfieria. All’ingresso è appostato un anziano signore sdentato: QSFB vi si rivolge con tono pacato)

– Salve, va bene se parcheggio lì?

– Dove ti pare, amico.

– E si paga per entrare?

– No.

– E ci si può sedere?

– Beh, ci sono tavoli e sedie. Sono fatti per quello, no?

– Non darlo per scontato. E senti un po’, quanto costa una bottiglia?

– Se prendi la bottiglia di rosso sei euro. Ma io ti consiglio la specialità della casa: rosso alla spina e gazzosa. Tre euro al litro.

Finalmente a casa.

QuandoSiFaBuio risponde alle mail di spam

Oggi ho aperto la casella di posta di appletini e ho notato due cose. Per primo ciò che in qualsivoglia casella di posta elettronica è impossibile non notare: lo spam. In secondo luogo, la totale mancanza di messaggi da parte vostra (è veramente possibile che non abbiate pù nessuna domanda da da pormi tramite la “posta di QuandoSiFaBuio“? Non vi è morto il gatto? Non vi ha lasciato la fidanzata? Non avete problemi di prostata? Vostro cugino non si è tolto il casco e si è aperta la testa? Suvvia, siate fantasiosi: non vedo l’ora di aiutarvi a risolvere i vostri problemi, quindi scrivetemi a: appletini@libero.it).

Tra le tante mail di spam, mi ha colpito questa:

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Oggetto: hey
Da: vera_bomba@yahoo.com 
A:
Data: 10/10/2011 16:58
RESPONSE_OK

Testo:

Ciao Ciao Ciao! Si possono incontrare con voi? Sto cercando l’amore mi piacerebbe conoscerti un esame piu attento vuole veramente cosa vorresti scrivere a me!
———————————————————————————————————

Come ben potete immaginare, non sono riuscito a trattenermi: ho risposto.
Nella fattispecie, l’ho fatto nel seguente modo:

“Ciao ciao ciao a te a te a te! Certo che si possono incontrare con noi, a patto che tu metta il soggetto alla frase, perché se loro non sappiamo chi cazzo siano come diavolo possiamo incontrarli? Ok, ok, mi contesterai il fatto che il soggetto in realtà sia “loro” (soggetto sottinteso). Ma loro chi? E nel caso dovessimo fortuitamente trovarceli di fronte, o accanto, o dietro, come li riconosceremmo? Quello del riconoscersi, d’altra parte, è sempre stato un problema: soprattutto di notte, prima dell’avvento della lampadina. Gente che girava con fiaccole mezze spente gridando ed intavolando conversazioni di codesta risma:

– Ehi, tu. Tu? Sei tu?
– Sì,sì. Sono io!
– Fanculo, io non sto cercando io. Sto cercando tu. Tu sei tu o sei io?
– Ma sei scemo?
– E chi cazzo è scemo? Io sto cercando tu. Sono io, cazzo!
– Ma anche io sono io! Ma se io sono io, e tu sei io, chi diavolo è tu?
– Beh, e di scemo allora ne vogliamo parlare? Chi è scemo?
– Sarà amico di tu.
– Quindi convieni con me che, se troviamo scemo, dovremmo trovare automaticamente anche tu. Giusto?
– Be’, sì, messa così non fa una piega.
– Messa così?
– Messa così la cosa, intendo.
– E chi è questa cosa?
– Boh, è una… cosa. Che a quanto pare non fa una piega.
– Ma secondo te questa cosa li conosce scemo e tu?
– Ma che ne so! Proviamo ad andare in giro chiedendo alle persone se qualcuno di loro è scemo e vediamo se lo troviamo!
– Buona idea. Ecco un tizio: scusi, scusi signore, lei è per caso scemo?
– Ma sei coglione?

– Oh, Cristo: ed ora chi diavolo è coglione? Io sono io, non sono coglione, ma chi è ‘sto coglione? Ma alla fine tu sei scemo o no? O magari uno di quei tuoi amici lo è?
– Ragazzi, venite un po’ qua: c’è qualcuno che ha voglia di prenderle

Fu così che li massacrarono di botte.

Tutto questo per dirti che i soggetti sono importanti, cara signorina Spam.
Per quanto riguarda la seconda frase della tua accattivante mail, e cioè “Sto cercando l’amore mi piacerebbe conoscerti un esame piu attento vuole veramente cosa vorresti scrivere a me!”, ho delle questioni da porre.

Allora, sul “Sto cercando l’amore mi piacerebbe conoscerti” in linea di massima ci sono: a parte l’odiosa assenza di punteggiatura, il concetto è sufficientemente chiaro.

Se invece ci inoltriamo nella parafrasi della seconda parte, e cioè “un esame piu attento vuole veramente cosa vorresti scrivere a me”, così, su due piedi, mi viene da chiederti: ma, di preciso, perché un esame più attento dovrebbe veramente volere cosa vorresti scrivere a me? Non mi capacito di come sia possibile. E poi, insomma, non siamo in seconda media: sarebbe una questione tra me e te, nel caso, quindi non vedo perché questo “esame più attento” si arroghi il diritto di metterci il becco, volendo veramente cosa vorresti scrivere a me. Cioè, se cerchi l’amore, sappi questo: io, in amore, non voglio intermediari. E poi, perché lo vuole, se tu lo vorresti scrivere a me? Lo voglio io, cazzo!
A meno che, e ti pregherei di specificarmelo nella prossima tua telematica missiva, colui che tu chiami “esame più attento” non sia in realtà un impiegato delle poste e telegrafi, e debba recapitarmi una tua cartacea epistola. In tal caso ti prego di perdonarmi per non aver compreso appieno il significato delle tue parole e di portare al signor Esame Più Attento le mie più sentite rimostranze.
Ma poi, il cognome è “Piùattento” tutto attaccato o “Più Attento” con lo spazio e la doppia maiuscola, tipo, che ne so, “De Bernardi”?
E di preciso, che tu sappia, a che zona d’Italia appartiene suddetto cognome?

Perché (e qui ne approfitto per cominciare a parlarti di me, così ci conosciamo meglio e magari, un domani, chissà) sono molto appassionato, tra le altre cose, di araldica e genealogia. Oltre a questo mi piacciono molto i bambini degli altri, il seno femminile e i bans, quelle robe che si fanno all’oratorio con canzoncine stupide e gesti ancora più idioti.
In particolar modo, mi piace quello che fa:

“Jack va in cucina con Tina,
Jack va in cucina con Tina,
Jack va in cucina con Tina,
e suona il suo vecchio banjò
Bom bom bom bo.
Flì, flai, flì flai flò
Flì, flai, fli flai flò
Flì, flai, fli flai flò
…e suona il suo vecchio banjò!

La cosa molto fica di questo ban (a parte il flì,flai, flì flai flò, ovviamente) è quell’accento spostato sulla parola finale “banjo”, che diventa magicamente “banjò”.
Fa molto Max Pezzali, no?
Spero di sentirti presto, gentile signorina spam.
Futuramente tuo (se tutto va come deve andare, ovviamente),

QuandoSiFaBuio

p.s: Hai facebook?