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Mese: Gennaio 2012

La Poesia Neo Di-Di

La poesia neo di-di esprime tutta la forza e l’inve(n)(t)tiva delle nuove opere post digitali. Per la creazione sono state utilizzate due tastiere da computer collegate simultaneamente ad un unico elaboratore. I due autori hanno digitato contemporaneamente caratteri casuali sullo schermo ed i risultanti grafemi sono stati trasformati in termini di senso compiuto scegliendo tra le alternative proposte dal correttore ortografico del programma di videoscrittura. Le note e la parafrasi sono state estrapolate semanticamente in seguito al completamento del corpus poetico.

Autore: Albibabà e i quaranta cannoni

Titolo: Neurosecreto Magico Parafrasi
Neurosecreto1 magico
che sarà tu riunir
notte centrifugar, tramestar
incusse2 stralla, sian, alamaro Bigi3
interagiscono ca coorte4,
cenotafi sì vedrei senz’ombra
nemmeno di uno sciacallo…
cazzo, ho detto!5
Ius dey6 lacunosa frigio
rifusero dio sinusoidali
esacordo metallare
saltellar7 albedine,
oh Zoroastro8
paleoantropologo
giugolo braciaiuolo9
sbuca lì Toponce10
pierrot fanciulletto11
mendicai ammoscir
astuta elettropompa
ne ad isso umidifichi12…dio boiacca13.
Segreto immondo della mente
cosa sarà del tuo ricordare
nella notte il rotare, mendicare
degli astri indubbi, siano, tediati dal calamaro
Luigi

s’affannano con la corte
vedrei così gli altari privi
di ogni sorta di uccello…
Orsù, ho proferito!
Giustizia divina fregiata di oblio
fuggirono il dio obliquamente
con tintinnio medievale
durante gli intermittenti bagliori del mattino
oh Zoroastro
studioso di antichi costumi
bracciante sottomesso
alla stregua di Toponce
piccolo francese
ho mendicato la caduta
con artifizio d’ingegno elettronico
e nemmeno ho contemplato la purificazione… Oh mio Signore!

1 Neurosecreto: hapax.
2Tramestar incusse: sgambettamento artificioso che conferisce retoricità tramite l’enjambement.
3Alamaro Bigi: costellazione, ormai estinta, visibile nell’emisfero australe durante il periodo di afelio, quando lo zenith suole intrecciare il nadir provocando un giuoco di luci boreali. Il nome deriva dallo scopritore Luis (Bis, da cui il vezzeggiativo Bigi) Berançe, astronomo francese del XVIII sec.
4Ca coorte: tipica espressione tiburtina al tempo di Odoacre.
5Cazzo ho detto!: l’autore prende coscienza del potere demiurgico della parola.
6Ius dey: latinismo tardo medievale, da ius,iuris (giustizia), e dey, genitivo americanizzato, dio.
7Metallare saltellar: ossimoro (cfr. “sole nero”). E’ noto ai più infatti che il mettallaro non “saltella” bensì “martella”.
8Oh Zoroastro: l’autore riprende quivi i Sepolcri di U. Foscolo (“Oh Pindemonte”…). Zoroastro (pārsi  ﺖﺸﺗﺭﺯ, Zartosht), profeta persiano, figlio del sacerdote Porushaspa, figura significativa per il filosofo tedesco Nietzsche, talvolta mal interpretato a causa del revisionismo postumo della sorella.
9Giugolo braciaiuolo: personaggio della commedia dell’arte, lavoratore modesto di provenienza agreste (giugolo, da giuogo, mod. gioco) che, insieme allo Zanni, costituiva l’intreccio comico del canovaccio. Secondo un’interpretazione tardo marxista la figura del giugolo braciaiuolo rappresenta la lotta di classe ante litteram.
10Toponce: re di Babiloña, detto anche Nabuccodoñosor.
11Pierrot fanciulletto: riferimento alla farsa carnascialesca pascoliana.
12Ad isso umidifichi: citazione del celebre salmo 51, detto anche Miserere (“Purificami con issopo e sarò mondo, lavami e sarò più bianco della neve”).
13Dio Boiacca: tipica espressione dell’Est che deriva dal Boiaccau, vento caldo caucasico che nel periodo estivo investe con regolarità l’Isola Sarda.

Il prezzo della vita in tempo di saldi

Sono cominciati i saldi. Essi esistono più o meno da quando esiste il lavoro (sono cominciati poco dopo l’invenzione del lavoro stesso, in realtà: infatti, chi fa il mestiere più antico del mondo generalmente non applica sconti in particolari periodi dell’anno. Tende anzi a rispondere con un secco “vaffanculo!” quando si cerca di trattare. Me l’ha detto un amico, eh). Sta di fatto che le persone si catapultano nei centri città e nei centri commerciali per approfittare delle ghiotte occasioni che gli consentiranno di risparmiare fino al 70% (ma a volte anche di più, mi dicono) sul prezzo originale del prodotto acquistato. Cioè: un bel risparmio. Infatti, anche le persone che non possono permettersi grandi acquisti tendono a fare grosse spese in questo periodo, perché “è verò, il periodo è quello che è, però così risparmiamo”, ma sempre “senza esagerare” (secondo la Confcommercio ogni italiano spenderà in media 168€, stima però ritenuta ottimistica). Ma cerchiamo di ragionare un poco su questa cosa e capire quanto effettivamente riusciamo a tenerci in tasca, e a che prezzo. Diciamo si possa assumere come vero che i saldi fanno calare il prezzo dei prodotti entro un range che va dal 10% al 70%, in linea di massima. Quindi, entrando a caso in un negozio e comprando merce in saldo, si avrà un risparmio medio del 40% sul costo originale. Quindi spendendo i 168€ di cui si parlava prima, il risparmio sarà di ben 67,20€. Ora, siccome sono in ferie e non ho proprio un cazzo da fare, ho fatto un piccolo esperimento: ieri (ultimo giorno pre-saldi) mi sono recato in un frequentatissimo centro commerciale, ho parcheggiato abbastanza agevolmente, mi sono fiondato in un negozio di abbigliamento e ho fatto un giro. Era semivuoto, vuoi perché fosse un anonimo Mercoledì pomeriggio, vuoi perché fosse il giorno prima dell’inizio dei saldi. Ho guardato qualche maglia, trovato un maglione carino che però al momento non mi serve proprio, addocchiato (e provato) un paio di jeans che non si sa mai, valutato l’acquisto di un paio di guanti per sopperire all’assenza di circolazione nelle mie mani. Questo giro (compreso il tempo di parcheggio) è durato circa trenta minuti: alla fine non ho acquistato niente, ma se mi fossi recato in cassa in quel momento non avrei dovuto aspettare, perché non c’era nessuno. Diciamo che, compreso il pagamento, ci avrei messo circa trantacinque minuti in totale, compresa l’uscita dal parcheggio. Stamattina alle ore 11.00 circa mi sono recato nuovamente nello stesso posto: dopo aver trovato un posto auto bestemmiando in aramaico antico (undici minuti) ed effettuando l’innovativo parcheggio “a doppia V” che andrò presto a brevettare, sono entrato e mi sono accomodato nello stesso negozio di ieri. Mancavano solo i tizi che che fanno il gioco delle tre carte e si sarebbe potuto pensare di essere in un autogrill a pasquetta, verso l’ora di cena. Difficoltà a muoversi, difficoltà a guardare la merce, coda alle cabine di prova. Io mi sono limitato a fare un giro guardando le stesse cose che avevo visionato ieri: sta di fatto che, causa sovraffollamento, taglie che non si trovano, roba in disordine, gente che va e viene e cabine di prova inaccessibili non ho trovato tutto quello che avevo visto ieri (la maglia che avevo visto il giorno prima era rimasta solo in taglia XXL, ad esempio). Non ho fatto la coda ai camerini per riprovare i jeans (vi voglio bene, ma non così tanto), ma diciamo che se l’avessi fatta, in totale probabilmente avrei impiegato circa una cinquantina di minuti (francamente credo di più, ma diciamo cinquanta), tra visionatura dei capi, recupero della taglia corretta e camerino. Quindi mi sono girato e ho guardato la cassa, o meglio, la coda alla cassa. Se avessi fotografato la scena e l’avessi spacciata come coda alla mensa della Caritas, non credo che qualcuno avrebbe potuto dubitarne. C’era gente che stava morendo di fame (“sono qui dall’ottantadue”, mi ha dichiarato un vecchietto), persone convinte di trovarsi a Narnia, altri che dicevano di essere arrivate a bordo di Falcor, altri ancora in preda ad episodi mistico-megalomanici. Ma non siamo qui per un compendio di psichiatria spicciola: limitiamoci al tempo impiegato. Venti/venticinque minuti di coda, a occhio e croce. Io ovviamente non ho acquistato niente, quindi me ne sono andato a bermi un caffè al bar (nel quale non c’era coda, perché sul caffè non ci sono i saldi).

Totalone della mattinata:

– Parcheggio: undici minuti;

– Visionatura capi, scelta della taglia, camerino: cinquanta minuti (ho approssimato per difetto, come dicevo prima);

– Pagamento/coda alla cassa: venticinque minuti.

– Uscita dal parcheggio: sette minuti.

Totale: Novantatrè minuti

Quindi, diciamo che, pur non essendo un esperimento scientifico, possiamo approssimare che lo stesso acquisto effettuato in un giorno di saldi, piuttosto che in un giorno qualsiasi, comporta più del doppio del tempo (nel nostro caso, trentacinque minuti contro novantatre, cioè cinquantotto minuti in più) oltre al non indifferente stress correlato (parcheggio, coda, casino). Però, chiaramente “lo si mette in conto”: si risparmia molto ma si sa che, siccome gli altri non sono così tordi da starsene a casa, ci vuole più tempo per gli acquisti, e bisogna andarci subito, per evitare che finiscano i prodotti. Ora però facciamo un calcolo un po’ diverso: prendiamo il denaro che abbiamo risparmiato (67,20€) e dividiamolo per i minuti che abbiamo impiegato “in più” scegliendo di andare ad acquistare la merce in giorno di saldi (cinquantotto): il risultato è 1,15. É il nostro risparmio al minuto: niente da dire, è una buona cifra. Guardandola in ottica “lavorativa”, vorrebbe dire esser pagati sessantanove euro all’ora, e non credo capiti a molti. Guardandola da una prospettiva più filosofica, invece, è il prezzo che diamo alla nostra vita in quel momento: stiamo volutamente impiegando cinquantotto minuti della nostra vita più del necessario, valutandola 1,15€ al minuto. Non biasimo nessuno: ognuno fa i suoi conti, sia chiaro. Faccio retorica? Forse.

Poi però sono andato a casa, mi sono fatto un risotto con i funghi mettendo dell’ottima musica di sottofondo, ho sorseggiato un bicchiere di rosso, ho bevuto un ottimo caffè e mi sono letto qualche capitolo di un buon libro, sul divano, col gatto in versione coccolosa spaparanzato sulla mia panza. Cinquantotto minuti, ci ho messo.                                        E allora io, a comprare i vestiti, ci vado un’altra volta.

 

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=Pnu-lrWbrpk]

“USA: un prete muore durante amplesso con un cavallo.” Ecco l’intervista di appletini al cavallo.

Allora, la notizia è questa: un religioso si fa inculare da un cavallo e muore. In realtà pare essere una bufala (intesa come falsa notizia e non come mozzarella di origine campana), tant’è che già da qualche anno, periodicamente, salta fuori questa storia del sacerdote che si lascia inchiappettare dall’ equino. Ad aggiungere un tocco spumeggiante ci pensa il fantomatico camionista, colui il quale sarebbe stato presente alle fasi di inculaggio, filmando il tutto. L’ultima apparizione della suddetta notizia risale a pochi giorni fa, con rinnovata verve.

 

USA: prete muore durante un amplesso con un cavallo

28/12/2011, ore 19:57 – WASHINGTON

La storia ai limiti dell’estremo è stata pubblicata oggi dal giornale Bild.
Il 48enne prete Gerald Pointer è stato trovato morto in una stalla a Seattle.
I medici hanno dovuto constatare che il religioso è morto per aver riportato lesioni all’intestino crasso, lesioni causate da un rapporto sessuale avuto con uno stallone.
La conferma è arrivata dal camionista James Tait, 54enne, che ha filmato l’amplesso.
Il prete frequentava spesso la stalla e ogni volta si faceva filmare, secondo le dichiarazioni del camionista.
James Tait ora dovrà pagare una multa di 5.000 dollari per mancato soccorso, l’unico reato contestabile.
Il sesso con animali nello Stato Federale di Washington non è proibito.
La grottesca storia sta rapidamente facendo il giro del mondo.

(fonte: http://www.julienews.it)

 

Come voi ben sapete, appletini tiene molto a scoprire la verità, ad andare dentro la notizia, ad approfondire e smascherare eventuali incongruenze o falsità. Così ho personalmente effettuato una sconvolgente intervista-verità al cavallo in questione. La riportiamo integralmente.

Il cavallo ci riceve previo appuntamento nella sua stalla di Washington. Ci fa accomodare vestito solamente di un cappottino rosso, fumando un sigaro – cubano, se l’olfatto non mi inganna – e sorseggiando whisky d’annata. Pare fottutamente rilassato, a differenza mia.

– B… buongiorno, signor… signor cavallo.

– Puoi chiamarmi Giulio. E tu come ti chiami, ragazzo?

– GIULIO??

– Ah, ti chiami Giulio anche tu?

– No! No, cioè, intendevo… tu ti chiami Giulio?

– Già. Ora mi vuoi dire come ti chiami tu o continuiamo così per una mezz’oretta?

– No, certo, certo. Io sono QuandoSiFaBuio, di appletini.it. Hai presente?

– Certo. Quelli delle feste, del gatto Ferrè, della saga sulla vita di Giuda… conosco, conosco.

– Davvero? E… e cosa ne pensi?

– Penso che siate dei fottuti cazzoni.

– Bene. Ora dicci qualcosa che ancora non sappiamo.

– In fondo non siete tanto male.

– Ah, ecco. Senti un po’, entriamo nel vivo… com’è morto il prete?

– Beh, allora: intanto io non c’entro nulla.

– Ma se gli hanno trovato l’intestino crasso sfondato, e c’è pure un video…

– Calma, calma. Ora ti spiego tutto. Allora: il prete era  in piedi sul water attaccando un orologio, la porcellana era bagnata, è scivolato e ha battuto la testa sul lavandino. Quando ha ripreso i sensi ha avuto una rivelazione… una visione… un’immagine scolpita nella mente. Un’immagine di questo. Questo rende possibile viaggiare nel tempo: il flusso canalizzatore.

– Questa è presa da “Ritorno al futuro”, pirla.

– E poi il mio pene è finito accidentalmente nel suo ano.

– Questo è il film di Cicciolina.

– E intanto la marmotta confezionava la ciocc…

– Pubblicità della Milka.

– Zenga, Baresi, Maldini, Bergomi, Ferri, Ancel…

– Formazione di Italia ’90.

-Se in una gara di corsa ho appena superato il secondo, in che posizione mi trovo?

– Primo!

– Ah-ah! Secondo, coglione!

– Porc…

– Senti: io non volevo incularlo. Sono solo un cavallo.

– E il camionista? che mi dici del camionista?

– L’ultima volta che l’ho sentito stava cercando di raggiungere un posto lontano, ma un esercito di sconosciuti glielo stava impedendo. Allora si è fatto guidare un piccolo mostricciattolo dalla “s” sibilante attraverso delle vie impervie e sconosciute, ma una serie di ostacoli (tra cui un ragno gigante) glielo stavano impedendo…

– Ehy! Questo è “Il signore degli anelli”!

– No. É la Salerno-Reggio Calabria.

– L’abbiamo perso per sempre, dunque. Senti, me la vuoi dire una volta per tutte la verità?

– La verità? La verità è una fredda carezza nel silenzio che c’è…

– Questa è “Mistero”. Enrico Ruggeri, Sanremo 1993.

– Che palle! Comunque, ti ho detto tutto quello che so.

– Magari potresti pensarci un po’ e torno a fare due chiacchiere domani…

– Domani? Beh, dopotutto domani è un altro giorno…

– Rossella O’hara, Via col vento, 1939.

– Hai rotto i coglioni!

– Ok, ok, non ti scaldare. Hai un’ultima dichiarazione per i lettori di appletini.it?

– Beh… beh, se io posso cambiare, e voi potete cambiare…

– …tutto il mondo può cambiare! Rocky IV, 1985. É inutile, amico: io ti frego.

– E io ti inculo.

– E io me ne vado. Mia madre ha preparato il lesso.

– Quando il lesso non lo vuoi…

S’inkazza, Pezzali/repetto, da Hanno ucciso l’uomo ragno, 1992.

– Levati. Dai. Coglioni.

E così ho fatto.

 

 

 

 

 

God of the week: tatuati il pene e ti dirò chi sei

Certe persone quando nascono hanno già dentro qualcosa, un seme, un’attitudine, una diavolo di particolarità che un giorno li porterà a diventare uno dei nostri Gods of the week. Il signor Muller è una di queste persone e noi lo stimiamo per questo, pur convenendo sul fatto che, nonostante “le dimensioni non contino” e bla ba bla, “mini” non è certamente la parola migliore da farsi tatuare sul pene: ci sarebbe stato meglio qualcosa del tipo, che ne so, “wolkswagen golf 1.9 TDI”, o simili. Comunque sia, è indiscutibilmente il nostro God of the week!

 

Per vincere una macchina si fa tatuare “Mini” sul pene

Andreas Muller, un tedesco quarantenne, ha avuto una idea molto discutibile per vincere il concorso indetto da una radio tedesca che metteva in palio un’auto modello Mini Cooper a chi avesse fatto la cosa piu pazza per ottenerla.
Il tedesco si è fatto tatuare sul pene la parola Mini; il tatuaggio è stato effettuato in diretta radio, dando modo agli ascoltatori di sentire il dolore dello stravagante Andreas.
Quando ha saputo di aver vinto l’auto, Muller, ha minimizzato sugli effetti del tatuaggio, dicendo che il dolore è nulla in confronto della sua fantastica Mini Cooper nuova.
Di certo ci auguriamo che l’uomo abbia notevoli attributi, in caso contrario il marchio Mini non farà di certo una buona impressione alle donne che si troverà davanti!

(fonte: notizie-impossibili.it)