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Mese: Febbraio 2012

Giappone&dintorni: i figli so’ piezz ‘e core (e altre cose)

Oggi la nostra rubrica “Giappone&dintorni” si occupa di un padre particolarmente amorevole:

Lascia il lavoro per costruire una moto gigante per il figlio

Un meccanico ha deciso di lasciare il lavoro per creare una moto gigante per il figlio patito per i cartoni animati. La moto era stata iniziata circa tre mesi fa, come un regalo a sorpresa per il figlio che sta completando l’Università, specializzandosi in cinema ed animazione. “I cartoni animati sono il mondo dell’esagerazione, e così ho pensato che una moto gigante fosse ideale per mio figlio”, racconta il 49enne Zhang Yali. La creazione è risultata però più complessa del previsto, ma Zhang Yali non ha esitato a licenziarsi per avere più tempo per completare il regalo per il figlio.

La moto è alta circa 3 metri e lunga cinque e mezzo, e può trasportare otto persone, con sedili costruiti da vecchi divani. Le ruote sono invece prese da un vecchio escavatore. La creazione della strana moto ha dovuto superare molte difficoltà, non ultima l’opposizione della moglie che non vedeva di buon occhio il fatto che l’uomo lavorasse a quello che a lei sembrava “un insieme di rottami”, e soprattutto non ha preso di buon grado il fatto che l’uomo si fosse licenziato dal lavoro.

La donna però alla fine ha ammesso di essere rimasta commossa dall’impegno e dalla costanza del marito.

moto_gigante_thumb

(fonte: notizie.delmondo.info)

E poi trovato anche quest’altra cosa che non c’entra nulla col Giappone ma mi sembrava assolutamente degna di nota (e io un giretto in ‘sto posto lo farei volentieri)

Apre il museo delle invenzioni fallite

Il fallimento può essere una strada verso il successo? Sembrerebbe di sì, vista la popolarità che sta raggiungendo il “museo delle invenzioni fallite” aperto da poco ad Herrnbaumgarten, in Austria.

Fritz Gall ha sempre avuto il pallino dell’inventore, ma come capita a diversi aspiranti inventori, le sue invenzioni erano spesso creative ma poco “pratiche”. Ma non si è scoraggiato, e ha deciso di organizzare una fiera delle “invenzioni-spazzatura” coinvolgendo molti inventori che hanno mandato le loro invenzioni “senza successo” (un plauso va riconosciuto alla loro autoironia). “Ci aspettavamo 20 o 30 visitatori, ma ne sono arrivati più di 5.000, e abbiamo capito che l’idea era buona”. E così, Gall ha deciso di sviluppare ulteriormente il museo, riuscendo ad ottenere anche una partecipazione da alcuni enti pubblici che hanno ritenuto interessante supportare l’idea.

Tra le invenzioni esposte, l’“anonimizzatore portatile”, un rettangolo di cartone nero attaccato ad un asticella che dovrebbe consentire a chi lo usa di occultare la propria identità in pubblico, o delle “matite a prova di errore”, che impediscono di scrivere cose sbagliate perché non hanno la mina (certo, questo impedisce anche di scrivere cose “non sbagliate”), o degli spazzolini senza setole, pensati per chi non ha denti.

anonimizzatore_portatile_thumb[6]

(fonte: notizie.delmondo.info)

Angolo letterario: “Casi”

“Casi” è una raccolta di scritti di Daniil Charms, scrittore nato a Pietroburgo nel 1905 e morto a Leningrado nel 1942, in un ospedale psichiatrico nel quale venne rinchiuso dopo essere stato arrestato, mentre la città era assediata dai tedeschi. Vicino a certi esiti del Futurismo e del Surrealismo, camuffò la sua radicale visionarietà sotto l’apparentemente innocua immagine di autore per bambini. Le sue performance, legate al gruppo Oberiu, ebbero il potere di irritare molti e la sua fine fu data dalla sua irriducibile volontà di inserire allusioni alla realtà del presemte, quando le persone scomparivano da un momento all’altro.

Come sempre, non recensiamo ma riportiamo semplicemente dei piccoli estratti.

SINFONIA N.2

Anton Michajlovicsputò, disse “eh”, di nuovo sputò, di nuovo disse “eh”, di nuovo sputò, di nuovo disse “eh” e se ne andò. E pazienza. racconterò piuttosto di Il’ja Pavlovic.

Il’ja Pavlovic nacque nel 1893 a Costantinopoli. Era ancora piccolo quando lo portarono a Pietroburgo, dove terminò la scuola tedesca, in via Kirocnaya. Poi lavorò in qualche negozio, poi fece ancora qualcosa e all’inizio della rivoluzione emigrò all’estero. E Dio sia con lui. Racconterò piuttosto di Anna Ignat’evna.

Ma raccontare di Anna lgnat’evna non è così facile. Primo, di lei non so niente, secondo, sono caduto adesso dalla seggiola e ho dimenticato quello che stavo per raccontare. Meglio che racconti di me.

Sono alto, non stupido, vesto con eleganza e con gusto, non bevo, non vado alle corse, ma ho propensione per le signore. E le signore non mi evitano. Aggrada loro, persino, passeggiare con me.

Serafima lzmajlovna mi invitava da lei ripetutamente e anche Zinaida Jakovlevna diceva che era sempre felice di vedermi. Ma con Marina Petrovna mi successe un caso di vertente, e anche questo voglio raccontare.

Un caso del tutto ordinario, comunque divertente, giacché Marina Petrovna a causa mia divenne completamente calva, come il palmo di una mano. Successe così: una volta arrivai da Marina Petrovna e lei trac! divenne calva. Ecco tutto.

(1941)

INCONTRO

Una volta un uomo andò in un ufficio, e per via incontrò un altro uomo che,comprato un filone di pane polacco, tornava a casa sua. E questo, in sostanza, è tutto.

LA CARRIERA DI IVAN JACOVLEVIC ANTONOV

Questo fatto è accaduto ancora prima della rivoluzione. Una mercantessa sbadigliò, e in bocca le volò un cuculo. Il mercante accorse al grido della consorte e, resosi conto in un attimo di cosa si trattava, agì nella maniera più astuta. Da allora divenne famoso tra l’intera popolazione della città e fu eletto al Senato. Ma una sera, quando aveva già prestato servizio per tre o quattro anni al Senato, lo sventurato mercante sbadigliò e in bocca gli volò un cuculo. al grido del marito la mercantessa accorse e agì nella maniera più astuta. La fama della sua ingegnosità si sparse per tutto il governatorato, e la mercantessa fu portata alla capitale e mostrata al metropolita. Ascoltando il lungo racconto della mercantessa il metropolita sbadigliò, e in bocca gli volò un cuculo. All’alto grido del metropolita, Ivan Jakovlevic Grigor’ev accorse e agì nella maniera più astuta. Per quasto Ivan Jakovlevic Gregor’ev fu ribattezzato Ivan Jakovlevic Antonov e fu presentato allo zar. E così è chiaro in che modo Ivan Jakovlevic fece carriera.

8 Gennaio 1935

 

Tu chiamale, se vuoi, riflessioni

Non mi sono mai piaciuti i blog nei quali la gente racconta i fatti propri: sarà che non ho la tendenza a parlare di me, forse, e di conseguenza non ho interesse a leggere nemmeno ciò che gli altri scrivono di loro stessi: in fondo nemmeno li conosco. A meno che – e questo fa la differenza – non lo si faccia con stile: se la figura di merda che avete rimediato in Posta diventa un aneddoto divertente, il vostro nuovo amore si traduce in una poesia degna di tal nome e il vostro piede rotto è occasione per scrivere un accattivante articolo sulle condizioni della sanità nazionale, allora mi interessa. D’altra parte il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose, diceva Wittgenstein. Ma se mi venite a raccontare che ieri avete fatto un giro al parco e basta, ecco, non mi interessa. Lo so, cosa state pensando: ok, l’introduzione l’hai fatta: quando arrivano le cazzate? La verità è che non so se ci saranno cazzate, in questo post: sto improvvisando. Diciamo che sto giocando con la vostra attenzione. Il fatto che questo blog abbia delle rubriche a cadenza più o meno setitmanale mi consente di dargli una parvenza di organizzazione, di aggiornarlo quasi tutti i giorni e di pararmi il culo quando non sono in vena di scrivere. Ma a volte può diventare terribilmente noioso,e quindi oggi ci metto un po’ di tutto. Un po’ di me, forse. Ma non alla maniera che ho appena dichiarato di odiare, ovviamente. O almeno ci provo.

Ad esempio potrei parlare del nuovo disco dei Farmer Sea, che sto ascoltando ed apprezzando da qualche giorno. Potrei scriverne una recensione come in altri blog viene fatto, anche dai non addetti ai lavori. Ma non recensirò un disco che con tutta probabilità non avete ancora sentito e che forse non andrete a cercarvi dopo aver letto il mio modesto parere a riguardo: vi tendo la mano e ve lo faccio direttamente ascoltare.

(dal sito ufficiale: www.farmersea.it)

Che altro? Ah, sto (ri)leggendo la biografia di Stephen King, che è pure un manuale di scrittura, ed alcuni passaggi risultano essere particolarmente interessanti. Questo, ad esempio:

Se una persona in totale padronanza delle sue facoltà mentali è in grado di scopare come se fosse fuori di testa – arriva addirittura ad andarci, fuori di testa, nel fuoco di quella passione – perché gli scrittori non dovrebbero essere capaci di sbiellare rimanendo sani di mente?
Bello, no?
E poi… ah, sì, uno delle poche controindicazioni dell’essere sprovvisti di un compagno/a di vita è la spesa: le porzioni per i single non sono quasi per nulla contemplate nel nostro Paese:

“Salve, vorrei una bistecca.”  “Guardi, se prende la confezione da dodici chili risparmia il trenta per cento.” “E che diavolo dovrei farmene di dodici chili di roba? Vivo da solo!” “Beh, la metta in freezer!”

Avete intenzione di andare a vivere da soli? Date retta a me, non fate il mio stesso errore: fatevi costruire una stanza freezer all’interno della casa, di almeno venti metri quadrati. Al limite potrete sempre recuperare le spese affittandola a Rocky Balboa per allenarsi. E poi guardatevi la parodia di Rocky di Rémi Gaillard. E poi comprate questa figata:

Il vaso da balcone che diventa griglia per single


Vivere in città, specialmente in condominio, significa non avere abbastanza spazio per tutto quello che si vorrebbe, barbecue incluso. Mettere una griglia in balcone significa non avere più spazio per le piante e, spesso, neanche per muoversi. La combinazione tra vaso per piante e griglia proposta da Erbe, però, è davvero molto interessante, per quanto strana.
La parte alta è un normale vaso da balcone in cui potete far crescere le vostre piantine aromatiche. Quando la alzate, la parte sotto diventa una mini griglia in ceramica termo isolata, con una superficie di cottura di diametro pari a 29 cm: giusta per una bistecca media. Un’idea geniale, non c’è che dire. Peccato che costi un po’ tanto per essere una griglia da single: 124 dollari (circa 100 euro).

(fonte: gizmodo.it)

Ieri sera, mentre facevo due passi, ho trovato un portafogli e un cellulare per terra. Ho scorso la rubrica fino alla voce “papà”, ho chiamato e mi sono accordato per restituire il tutto. Arrivato dalla tizia in questione, questa mi ringrazia sentitamente, apre il portafogli, verifica che i suoi cento euro non siano stati toccati e mi dice ti devo qualcosa?

Se avessi voluto dei soldi te li avrei fregati dal portafogli forse non è stata la risposta più brillante che potessi dare, in effetti.

Direi che per oggi è tutto: come vedete, all’interno di questo post nato a caso e proseguito in maniera altrettanto casuale mi sono già giocato una delle rubriche settimanali, la nostra lista della spesa. Ma chissenefrega. Chiudo con un altro passaggio del libro di King che si chiude con una citazione che personalmente ritengo fenomenale:

Il problema di ciò che volete dire è fondamentale. Se ne dubitate, pensate a tutte le volte che avete sentito qualcuno affermare: «Non so proprio come descriverlo», oppure: «Non è quello che intendo». Pensate a tutte le volte che voi vi siete espressi, di solito in un tono di lieve o profonda frustrazione. La parola è solo una rappresentazione del significato; anche nel migliore dei casi, la scrittura resta quasi sempre un passo indietro rispetto al pieno significato. Stando così le cose, perché in nome di Dio dovreste peggiorare la situazione scegliendo una parola che è solo cugina di quella che avevate veramente intenzione di usare?
E considerate senz’altro ciò che è più adatto; come ha osservato una volta George Carlin, in certi ambienti va benissimo cazzare la scotta, ma quanto mai inopportuno scottarsi il cazzo.

Appletininovela – Episodio 4

Con la consueta puntualità quasi biennale, ritorna l’Appletininovela. La serie che tutti avrebbero voluto vedere sul grande schermo, ma che mai sarà.

La visione dell’episodio 1, dell’episodio 2 e dell’episodio 3 è consigliata prima di procedere.

Riassunto delle puntate precedenti:
Quandosifabuio si imbatte in Dontomhanx tra Elbow Street e la quarta. Quest’ultimo gli propone di girare una telenovela da trasmettere su Appletini. Quandosifabuio accetta ma poi si pente, indipercui convoca Linvidia nel suo ufficio e gli illustra la situazione. I due decidono di cercare Dontomhanx e impedire la realizzazione di questa infausta opera. S’incontrano downtown l’indomani, sul calar della sera: Dontomhanx è arcinoto frequentatore dei quartieri malfamati della città, e da lì partono le loro ricerche. Quandosifabuio crede di vederlo entrare in un bar proprio mentre sta discutendo con Linvidia sul da farsi. Così dopo una breve danza propiziatoria e senza indugi ulteriori, i due si recano nel luogo dove, forse, incontreranno Dontomhanx e potranno mettere fine a questa brutta storia.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=Ur6HRjwj1vM]

Dimmi da dove vieni, e ti dirò chi sei

Com’è già accaduto in passato (più d’una volta) proponiamo una selezione di parole chiave digitate nei motori di ricerca che hanno portato nuovi visitatori, curiosi esploratòri della rète, su Appletini.it. Le seguenti ricerche vengono presentate esattamente come riportate dalle statistiche del nostro blog:

  • Camionisti che si inculano
  • Cani supereroi
  • Come battere pinguino
  • Culo e bici
  • E se il prete muore
  • Enjambement spaziale
  • Esploratori anali
  • Facile smettere il cazzo
  • Flatulenze particolarmente odorose
  • Gesu e gli apostoli poker
  • Il culo sopra berlino
  • Immagini deodorante per il naso
  • La cocaina io? mi piace solo l’odore
  • Ninna nanna per fidanzata
  • Parameci desktop
  • Parodie film porno “giochi senza dentiere”
  • Penne google penne ubriake ubriake
  • Per fortuna che silvio c’è
  • Perchè piccioni avanti e indietro testa
  • Pipistrello rompicoglioni
  • Prete cavallo camionista
  • Scoparsi la mamma
  • Spagnola al mio ragazzo
  • Vecchio lottatore gay
  • Verginità maschile filetto
  • Youporn la moglie di mio padre

Vi mostriamo inoltre (per la vostra insaziabile sete di statistiche) una word cloud che rappresenta visivamente i termini di ricerca che hanno portato più visite ad Appletini.it negli ultimi 12 mesi. La dimensione delle singole parole è direttamente proporzionale al numero di visitatori che sono giunti a noi:

Word Cloud Parole Chiave Appletini.itSi noti come al primo posto vi sia la parola “Cavallo” (eh sì, la maggior parte delle persone che è giunta su Appletini.it nell’ultimo anno attraverso Google &company ci ha trovati cercando la parola “cavallo”!), al secondo posto abbiamo “prete” e al terzo “amplesso”.

Cosa significha tutto ciò? Ma soprattutto, qual è la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto?

Ai posteri l’ardua sentenza…

Lista della spesa #62: l’ovetto e le sue mirabolanti sorprese

Una delle mie più grandi frustrazioni è sempre stata l’ovetto Kinder: cioè, la parte cioccolatosa in fondo andava abbastanza bene (anche se la cosa del + latte e – cacao a me è sempre parsa una grossa inculata); erano le sorprese a lasciarmi basito. Sono studiate per il quoziente intellettivo di un bambino di età compresa tra i tre ed i quattro anni, ma sono vietate ai bimbi fino a tre anni perché contengono piccole parti che potrebbero essere ingerite. Oltre i quattro, invece, qualunque bambino ti sputerebbe in faccia di fronte ad un puzzle da sei pezzi, un mini-soldatino da due pezzi o una macchinina inguardabile e soprattutto intera, non da assemblare. Conosco persone che hanno sognato di fare gli ingegneri meccanici sino a quando non hanno trovato la suddetta macchinina intera e si sono ritirate in un eremo a riflettere sul senso della vita, nutrendosi di muschi e licheni e costruendo le proprie abitazioni col limo del Nilo, che fertile è. Quindi, se fino a tre anni non si può avere a che fare con le sorpresine dell’ovetto e dopo i quattro diventano semplici come giocare a Indovina chi? con Bocelli, ne evinciamo come il target di riferimento della Kinder per quanto riguarda l’uovo in questione sia il bambino compreso tra i tre e i quattro anni. Ma questo i nostri genitori non lo sanno, e così cominciano a comprarcelo quando abbiamo due mesi (sciogliendolo nel latte materno, sorpresa compresa) e continuano imperterriti fino ai diciotto compiuti, quando le sorprese le puoi montare anche solo col pensiero, e senza aprire l’uovo.

Un’altra particolarità è data dal fatto che i creatori di queste meraviglie sono convinti che gli animali siano deficienti, e pretendono che noi ce ne convinciamo. Partendo da questo non verificato presupposto ci propinano tartarughe che fanno pupazzi di neve, ippopotami che vanno con lo skateboard, leoni che fumano crack, allodole che costruiscono trappole per allodole, koala che vincono le olimpiadi di giavellotto, giavellotti che vincono le olimpiadi di koala, bradipi che si ingegnano per risolvere il problema dello spread ma quando stanno per riuscirci esplodono senza motivo, et cetera.

Mai una volta che vi si trovasse qualcosa di interessante o utile, insomma. Fino ad oggi e al nostro articolo della “lista della spesa”, ovviamente. Dimenticate le pene dell’infanzia: questo è l’ovetto del duemila!

 

 

 

 

Angolo letterario: il libro che mi ha cambiato la vita

Il buongiorno, lo sappiamo tutti, si vede dal mattino: beh, quest’anno, la mattina del primo giorno di Gennaio, mi sono alzato dal letto e ho scoperto di avere finito il caffè. “Bell’anno di merda” ho immediatamente pensato. Pochi giorni dopo, neanche a farlo apposta, ho picchiato il ginocchio contro lo spigolo del comodino e mi sono fatto clamorosamente male. Da quel giorno tutto è andato a catafascio: le donne hanno smesso di cercarmi perché non volevano uscire con uno zoppo e, conseguentemente, imparare a zoppicare; gli amici hanno smesso di chiamarmi per le partite di calcetto; mia madre mi ha liquidato con un “io non ho più un figlio” e in banca non mi facevano più entrare per via della stampella che faceva suonare il metal detector.

Il giorno in cui ho toccato il fondo è stato quando stavo cercando una cassa libera al supermercato e l’ho addocchiata da lontano: io ero di fronte alla cassa 1; quella libera era la 15. Nello stesso istante, con la coda dell’occhio ho notato una vecchietta vicino alla numero 30: aveva avuto esattamente la mia stessa intuizione, nello stesso istante. Io mi trovavo di fronte alla 1, lei alla 30: obiettivo, la 15. Stessa distanza. Una ragazza ci nota, si mette a metà strada e si improvvisa starter, dandoci il via. Partiamo. Io comincio a claudicare il più velocemente possibile verso la cassa libera lanciando epiteti poco simpatici alla vecchia di merda, ma lei claudica più veloce di me e mi lancia addosso i denti, mancandomi di poco. La dentiera tocca terra ed esplode a meno di mezzo metro dalla mia gamba destra. Allora m’incazzo: “Gli anziani non servono a un cazzo!”, urlo a squarciagola: “Frescheeefrsafi!!” risponde la vecchietta, che in mancanza della dentiera switcha improvvisamente l’idioma di riferimento da “italiano” ad “aramaico antico”. Repentinamente, poi, sposta il peso sul lato sinistro del suo carrello compiendo una virata di novanta gradi, fa leva sul tacco sinistro della sua scarpa appena tagliandata dallo scarpolino del paese e mi arriva addosso sporgendo verso di me la sua anca in titanio disarticolandomi una spalla, fottendomi al cardiopalma il posto in cassa e urlandomi “Tefta di caffo!” che in aramaico antico deve significare qualcosa del tipo “testa di cazzo”, ma non ne sono sicuro.

Ecco: in quell’istante, quello in cui l’anziana sdentata mi guardava trionfante mentre riceveva dal supermercato un torrone in omaggio per aver vinto la sfida contro il sottoscritto, ho capito che ero davvero ad un passo dal baratro.

“Voglio proprio vedere come lo mangi il torrone senza i denti, troia!” è stata l’unica cosa che sono stato in grado di dire. Lei ha risposto estraendo una grattugia dal suo carrello stracolmo, sorridendo beffarda.

Ma si sa, la vita è piena di sorprese e a volte, proprio quando sei a terra, ti lancia una corda e ti permette di provare a risalire. Mentre mi aggiravo cercando un’altra cassa libera, mi sono imbattuto nel reparto libri ed ho scoperto questo:

La vita, o forse Dio, mi stavano parlando attraverso l’immagine e le parole di Paolo Brosio che, dopo aver accumulato esperienze di vita al TG4, a “Domenica in”, a “Stranamore” e all’ “Isola dei famosi” si è ritrovato, come me, ad un passo dal baratro. Se una persona che partecipa per anni a programmi di merda si reca a Medjugorje per riscoprirsi, dove può recarsi uno con problemi al ginocchio? Sempre a Medjugorje, suggerirebbe Brosio. Ma io ho cercato risposte su Yahoo Answers, ed ho scoperto che c’è gente che si sposta da ogni parte d’italia sino a Negrar (VR), per farsi curare da tale dott.Zorzi, un professionista della madonna che si vocifera sia l’ortopedico del papa. Ora: se anche il papa quando ha problemi alle ginocchia va dal dott.Zorzi, io perché cazzo dovrei andare a Medjugorje? Vado pure io a Negrar (VR), dal dott.Zorzi!

E così ho fatto: oggi sono una persona diversa, felice. E ho scritto un libro.

 

God of the week: mi daresti una mano?

L’amico è il nostro God of the week!!

Cobra lo morde ai testicoli Amico non succhia il veleno

Jackson Scott attaccato da un serpente in Tasmania. Il suo amico rifiuta di aiutarlo e lo porta in ospedale: si salva per miracolo

Cobra lo morde ai testicoli Amico non succhia il veleno

Incredibile vicenda quella di Jackson Scott, un turista scozzese che nel bel mezzo di un viaggio in Tasmania è stato morso ai testicoli da un cobra dal veleno mortale. Scott è stato attaccato dopo che si era fermato a fare pipì. L’uomo, dolorante e colto dal terrore, ha chiesto all’amico che era con lui di succhiargli via il veleno, ma il suo socio ha rifiutato e ha deciso di portarlo all’ospedale più vicino. Il viaggio di 40 minuti, racconta il tabloid The Sun, poteva costargli la vita, ma fortunatamente l’uomo è riuscito a salvarsi. “Ero uscito alle 4 da un pub – ha raccontato l’uomo al tabloid – e avevo sentito la necessità di svuotarmi. Per fortuna i medici e le infermiere hanno trattato con discrezione e delicatezza il mio caso”.

                 (fonte: liberoquotidiano.it)

Il resoconto del Venerdì: quanto spazio occupano i pensieri?

Siamo a Venerdì e io non ho molto da dire. Cioè, in realtà è tutta la settimana che non ho molto da dire: a questo punto potrei semplicemente starmene zitto senza mettermi a fare la parte di quello che butta giù quattro righe banali giusto per il fatto che il blog va aggiornato ogni giorno (cosa che, peraltro, nessuno ci obbliga a fare). Non che io non abbia idea di cosa scrivere: ne ho mille, di cose, in testa. Ma occorrono tempo e voglia per dare una forma a tutti questi pensieri. E alllora la domanda è: se uno ha troppe idee rispetto al tempo che ha per metterle opportunamente a fuoco, cosa deve fare? Le risposte possibili sono tante, ma oggi mi limiterò a consegnarvi i miei pensieri così come si affollano nella mia mente, in forma embrionale, anche come promemoria personale. Procediamo:

– Supponiamo che in un paese assurdo e dimenticato da Dio venga approvata la pena di morte. Supponiamo che – per dimenticanza –  non venga fatta una deroga per chi si deve rendere esecutore della pena. Nel momento stesso in cui “il boia” uccide il condannato diventerebbe dunque egli stesso autore di un omicidio e soggetto a pena capitale, perché non è stato deliberato che chi esegue la pena sia autorizzato ad uccidere. Supponiamo che, anche dopo essersi resi conto dell’errore, i rappresentanti della comunità in questione non abbiano la possibilità di cambiare la legge ormai approvata, per motivi burocratici. Chiunque assumesse il ruolo di esecutore della pena dovrebbe essere a sua volta giustiziato da un altro, e così via. La domanda è: una volta messa in moto questa catena di eventi ed eseguite le esecuzioni, l’ultimo sopravvissuto del paese cosa dovrebbe fare? Uccidersi? Scappare? E se dovesse davvero uccidersi con un colpo di pistola, chi ucciderebbe poi la pistola? Forse una bomba? E chi ucciderebbe la bomba, poi? Forse una bomba più grande? E chi ucciderebbe la bomba più grande, poi? Forse Gesù? E chi ucciderebbe Gesù? Forse Dio? E Dio chi lo ucciderebbe?

La risposta è: Max Pezzali.

– Pensavo che la vita può essere complicata, ma solo perché ce la complichiamo noi. Voglio dire: se fossimo meno idioti sarebbero i trifogli a portare fortuna, senza perdere tempo e diottrie a cercarne uno nato male. Perché il quadrifoglio, per chi non lo sapesse, è un’anomalia del trifoglio bianco (l’anomalia, a mio avviso, non sta tanto nell’avere quattro foglie oppure tre: l’anomalia è nel nome stesso. Perché cazzo bisogna chiamare “trifoglio bianco” una roba tutta verde?) La vita è complicata perché le cose che portano fortuna devono sempre essere quelle rare. E la cosa peggiore è questa: l’abbiamo deciso noi.

– Penso sia bello e giusto inseguire i propri sogni e realizzarli. Magari realizzare ciò che si sognava di diventare da bambini: il massimo della poesia. Ma che cazzo ce ne faremmo di un paio di miliardi di astronauti? (io tra l’altro non sarei uno di quelli: da piccolo volevo fare il camionista);

– Non so se vi capita mai di pensare a come sono nate alcune cose: a me succede di continuo. Mi spiego meglio: immaginatevi la scena. Agenzia pubblicitaria, riunione importantissima. Un grosso, grosso cliente ha commissionato un lavoro, e c’è da pensare  a uno spot. Qualcosa di brilllante, qualcosa all’altezza delle aspettative. Ne scaturisce il più classico dei brainstorming: ognuno spara ciò che gli viene in mente in attesa dell’idea vincente.

– Potremmo ambientare il tutto al Polo Nord e far passare il messaggio che il ghiaccio del polo si è formato grazie al prodotto in questione…

– Uhm: non male, ma banalotto. Magari potremmo buttarla sull’animazione: dei ghiaccioli che muoiono dal caldo e scappano dai bambini che li vogliono mangiare, rifugiandosi a casa del cliente che ha acquistato il prodotto in questione e di conseguenza ha una casa freschissima.

– Carino: però non è un prodotto per bambini, non andremmo a colpire il target adeguato.

– Sì, però non sottovalutiamo il potere dei bambini sui genitori. Se lo spot diventa “di culto” per i bambini, è ragionevole pensare che abbia una ricaduta anche sugli adulti.

Ad un certo punto compare sulla porta l’unico ritardatario della riunione, visibilmente trafelato.

– Ehy! Ma che fine hai fatto? C’è in ballo il lavoro più importante che ci sia stato commissionato negli ultimi mesi e tu arrivi con mezz’ora di ritardo?

– Scusate, scusate, avete ragione ma… ragazzi, ho un’idea. Ho l’idea vincente, cazzo.

– …?

– Sentite questa: fa caldo, molto caldo. L’indiano Orso Grigio arriva, vede il prodotto, gli piace, fa dei segnali di fumo agli altri indiani, gli altri rispondono: inquadratura sulla sua mano che indica i segnali di fumo che stanno arrivando in risposta, poi lui incrocia le braccia soddisfatto e dice: TUTTI VOLERE PINGUINO DELONGHI!!

-…

-…

– Ma è…

-…

-…ma è GENIALE, cazzo!

 

L’ultimo pensiero è questo: ho un taccuino sul quale segno le cose che mi vengono in mente perché poi, già lo so, me le dimentico. Solo che a volte non sono abbastanza dettagliato e così, nonostante mi sia appuntato qualcosa, quando lo rileggo tempo dopo non riesco comunque a ricordarne il senso, il contesto o l’utilizzo che ne avrei voluto fare. Ad esempio (leggo direttamente dal taccuino):

Satana ha una convenzione con i dentisti;

Sono giorni che mi scervello per cercare di ricordare il perché mi sia venuto da pensare che il diavolo sia convenzionato con il sistema odontoiatrico nazionale, ma proprio non mi viene.

–  È come lasciar cadere una goccia di detersivo in un oceano di olio e pretendere che gli scogli si sgrassino

Sono sempre stato un amante delle similitudini ma il come, dove, quando e perché io abbia pensato ‘sta cosa non me lo ricordo proprio.

Lo Zippo di Taribo West

Lo Zippo è un famoso modello di accendino; Taribo West invece era un eccentrico giocatore di calcio, dal discutibile look. Ma perché qualcuno avrebbe dovuto mettere in commercio uno Zippo con l’effige di un mediocre calciatore? E soprattutto: perché qualcuno avrebbe dovuto comprarlo?

Chiudo con questa, alla quale non mi sento di aggiungere nulla:

Arbre magique alla pasta e fagioli

Buon fine settimana.

The power of rock

Essendo Giovedì non possiamo che intravedere il fine settimana e conseguentemente caricarci di nuove energie da spendere pessimamente durante il weekend. Come in molti altri ambiti della nostra esistenza, la musica qui gioca un ruolo fondamentale: la capacità che le canzoni hanno di trasmetterci energia a volte è addirittura preoccupante, soprattutto se sono accompagnate da un video potente, squassante.Come in questo caso:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=wrw6QX4Atx0]

Il metal, del resto, è energia pura:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=tnAYWWayhZ8]

E quando il video, oltre a sprizzare energia, è anche tecnicamente di qualità, il cerchio si chiude:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=NaV_tTuhQbc]

Un’altra cosa da non sottovalutare è che il livello tecnico dei giovani, rispetto a quando lo ero io e andavo in giro senza saper suonare, si è elevato considerevolmente:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=ym82oDyfXbk]

Concludendo: uno dei pezzi che a me ha sempre dato una carica in più è sempre stato “Smells like teen spirit”

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=sg4wdkj56AA]

 

Ora vi sentite carichi per affrontare il weekend?