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A volte ritornano

Allora, prima di cominciare, guardatevi questo. Sono i primi dieci minuti del film "IT". Guardatelo tutto, se potete, ma se non avete tempo, quello che ci interessa sta intorno al minuto 6:30.

Ieri ho ricevuto una telefonata simile. Ero al lavoro,  a sprecare la mia vita giorno per giorno, un po’ come tutti, ma ero anche abbastanza sereno, se vogliamo, di quella serenità instabile ed artificiosa del Giovedi, quando pensi "dai, che è quasi fine settimana" e cerchi di convincerti che sia quella, la felicità.
Ciò non toglie che fossi realmente sereno. Sistemavo alcune cose al pc quando, ad un certo punto, squilla il telefono. Un numero che non ho in rubrica.
Allora mi preparo ad attuare la solita tecnica che utilizzo quando mi chiama qualcuno e non so chi è: fingermi una pizzeria d’asporto.
Il motivo è molto semplice: nel momento in cui una persona ti chiama e tu non hai il suo numero, ti trovi in una posizione d’inferiorità, data dal fatto che quella persona sa chi sei tu (o perlomeno così dovrebbe essere, dato che ti sta chiamando), mentre tu non sai ancora chi sia. Siccome io odio trovarmi in una posizione di inferiorità, ribaltare la prospettiva fingendosi una pizzeria d’asporto crea una situazione nella quale la persona che ti sta chiamando si trova in difficoltà perché è convinta di aver sbagliato numero, mentre dà a te la possibilità di capire chi ti sta chiamando.
Insomma, ricevo ‘sta telefonata, pigio il tasto preposto al ricevimento della chiamata entrante, e comincio spavaldo con la mia frase standard:

– Pizza su pizza, buonas…

Ma una voce gelida mi blocca all’istante.

-QuandoSiFaBuio, sono Debriesne.

É difficile spiegare il gelo. É come se tutto il freddo dei reparti freezer di tutti i supermercati del pianeta si fosse concentrato in un istante al centro del mio cuore, ghiacciando tutto.
Freddo. Freddo cane.
Arriva un momento nella vita, nella vita di tutti, in cui dovresti guardarti allo specchio e dirti che sei diventato grande, che ce la puoi fare, che il castello di fragili sicurezze che ti sei costruito negli anni riesce davvero a proteggerti e te ne puoi sbattere di quello che ti succede intorno, perché tu hai quel castello, un castello che si chiama casa, che si chiama lavoro, e dentro quello spazio che senti tuo ci sono delle persone lì per te, un amico, un amore, un genitore, a dirti che se una bufera spazzasse via quel castello, domani, loro saranno comunque con te, e che tutto andrà bene.
Tutto andrà bene.
Ma siamo esseri troppo fragili, troppo emotivi, troppo pensanti. Basta uno sbuffo di vento, un innocuo vento di Aprile, e siamo già pronti a barricarci nel castello e tenerci tutto stretto, per paura che voli via.
La verità è che si tratta solamente di un castello di carte.
E quando senti che quello che arriva non è uno sbuffo di vento, ma un uragano, quando senti che tutto le certezze che avevi evaporano in un istante, lo capisci.
Capisci che non siamo, che non potremo mai essere immuni e distanti da tutto quello che ci gira intorno, che tutto quello che succede in questo strambo mondo un po’ ci riguarda, e per questo non saremo mai davvero felici.
Quando poi sai che una cosa ti coinvolge da maledettamente vicino, devi solo avere un gran coraggio e farti forza, sperando di resistere. Di sopravvivere.
Maledettamente vicino. Così vicino da sentire l’alito nauseante della morte.
Ed io avrei preferito morire, piuttosto che continuare quella telefonata.

– QuandoSiFaBuio, sono Debriesne.

– Di… dimmi, Debriesne.

Freddo. Freddo cane.

– Paolo Meneguzzi è tornato.

Perle di saggezza

"É talmente brutto che dovrebbe stare in apnea per un mese nella piscina di Lourdes"

                                                                                                                                                    (lodpt1911 "the Chef" Mata)

riflessiòni

“Morirò, se non tornerai. Perché ho bisogno di te,e se non lo capisci te lo dimostrerò, fino alla fine dei miei giorni, o dei tuoi, se così dovrà essere. E se così sarà morirò con te, perché tanto lo so, lo so che il cuore batterà così forte che il cervello non ne sopporterà il frastuono, e fermerà tutto. Piangerò ogni volta che te ne andrai e festeggerò tutte le volte che tornerai, ogni giorno, per tutta la vita. Perché sei mia madre, mio padre, mio fratello, Dio, un amico, l’inizio e la fine di tutto, di tutta la mia vita.”

Questo direbbe il cane del mio vicino al mio vicino, quando rientra a casa, se solo sapesse parlare.

D’altro canto, nessuna persona dotata di senno direbbe una cosa del genere ad un’altra persona.

Per questo gli uomini si circondano di cani.

Radiotaksi: la puntata!!

Anche la tecnologia ha tentato di impedirci di fare questa puntata: qualcosa nella registrazione è andato storto e una brevissima parte del file, poco dopo l’inizio, è un po’ saltellante. Ma non desistite, è una piccolissima parte e il bello viene tutto dopo.

Signori e signori, ecco a voi la puntata di RADIOTAKSI con QuandoSiFaBuio e Linvidia dedicata al mitico, al geniale, all’incommensurabile Mauro Repetto.

 

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L’uomo che non minziona in assemblea di altri fa di se stesso un professionista del furto o un vile traditore.

 

(Chi non piscia in compagnia o è un ladro od una spia)

 


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Il presunto color vermiglio nell’imbrunire infonde speranza per favorevoli condizioni climatiche entro dodici ore del giorno stesso
.

(Rosso di sera bel tempo si spera)

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All’avvicinarsi del felino verso la porzione lardosa ne consegue l’immediata amputazione dell’articolazione dello stesso.

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(Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino)

 


Proverbio della sera XD

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È errato posizionare un veicolo a quattro ruote a trazione animale in posizione anteriore rispetto ai bovini quadrupedi che devono esercitare detta trazione.


(Non mettere il carro davanti ai buoi.)