“Eh, già”: basta la parola
"Bene o male, l'importante è che se ne parli".
Ma se tutti ne parlassimo male sarebbe un mondo decisamente migliore.
Sto ovviamente facendo riferimento a Vasco Rossi e al suo ultimo accattivante singolo "Eh, già", che già dal titolo lascia trasparire quali vertici lirici riesca a raggiungere l'autore nel dipanarsi di strofe e ritornelli che compongono la suddetta porcata musicale (nella frase che avete appena letto, l'utilizzo del termine "musicale" ha la stessa valenza dell'utilizzo del termine "onesto" in politica).
Questa volta però il nostro paladino si è superato proponendo un conturbante video nel quale si notano soprattutto due cose:
1_ É osceno;
2_ Stranamente gli inquadrano la pelata: in genere tagliavano la fronte per evitare questa cosa (a parte ovviamente quando indossa il cappellino tipo Alvin rock n' roll).
Il costo complessivo del video non deve essere di molto superiore a quello di una mia spesa settimanale al LIDL: fin qui niente di male, ci sono un sacco di artisti che hanno fatto video geniali spendendo poco o niente.
Quelli però hanno una cosa che nell'arte risulta un tantino utile: le idee. Buone, ottime idee.
Comunque mi ci vedo: passeggiare per le strade di Los Angeles (dove mi dicono abiti ora Vasco), le stesse strade nelle quali, a suo tempo, camminò Mauro Repetto (le coincidenze non sono sempre casuali: qualcosa, in qualche modo, li accomuna), incontrarlo ed imbastire la seguente conversazione.
QSFB: Vasco, ho sentito il tuo singolo. Semplicemente: grazie. Era una settimana che non andavo al cesso. Io l'avrei intitolato "Falqui".
Vasco: Eh… già.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=1CydZtP_XlA]