Skip to main content

Mese: Gennaio 2012

Dammi tre parole: criptoportico, spigolosità, menade

(La nostra rubrica “dammi tre parole” funziona così: voi mi suggerite – sulla pagina appletini di facebook – tre “parole chiave” da utilizzare, e io ci scrivo il post; fermo restando che scrivere una storia è un po’ come tessere una tela, e io non sono un ragno)

Le parole chiave di oggi, gentilmente suggerite da Daniela: criptoportico, spigolosità, menade.

 

Mi pare d’uopo, prima di cominciare, andare ad illustrare il significato di due di questi termini, visto che la nostra affezionata lettrice si è voluta rendere simpatica provando a mettermi in difficoltà (se volevi davvero mettermi in difficoltà avresti dovuto rubare la mia scorta di birra casalinga: mi avresti davvero fottuto).
Criptoportico: Nell’architettura dell’antica Roma, un criptoportico (dal greco criptos (nascosto) e dal latino porticus) è un corridoio o una via di passaggio coperta. Il criptoportico può essere al livello del terreno, ma di solito è seminterrato, e supportava una struttura come un foro o una villa romana.
Menade: Le Menadi, dette anche Baccanti, Tiadi o Mimallonidi, erano donne in preda alla frenesia estatica e invasate da Dioniso, il dio della forza vitale.
Ed ora, passiamo all’elaborazione.

 

A Judas life: i diari segreti di Giuda

(Chi si fosse perso la nostra saga “A Judas life” può rimediare andandosela a leggere QUI)

Pochi sanno che Giuda, dopo aver chiuso la sua carriera da professionista di Guitar Hero ed aver lavorato all’ipermercato “La Girandola” di Nazareth, decise di iscriversi all’Università degli Studi di Cana, per la precisione alla facoltà di Architettura. In fondo, era sempre stato il suo sogno progettare e costruire palazzi, ponti, strade e soprattutto chiloom in pietra.
Sulle poche fortune e le molte miserie di Giuda nel periodo universitario non staremo qui a tergiversare: ci concentreremo solo sul laboratorio di progettazione architettonica (3°anno, 10 crediti).
–    Benvenuti al laboratorio di progettazione architettonica, signori. Io sono il docente, il professor Erode, e…
–    Quello che faceva il re ma è stato cacciato quando è stato beccato con una menade trans?
–    Grazie per avermi ricordato di essere finito in miseria e ricollocato in questo cesso di Università, signor… signor?
–    Iscariota!
–    …signor Iscariota. Ora, se lei avesse la compiacenza di chiudere quella fogna di bocca che si ritrova, passerei all’assegnazione dei progetti. Come prima fase, è sufficiente che mi presentiate alcune righe inquadrando le caratteristiche di ciò che andrete a progettare e come intendete procedere nella realizzazione dell’opera, per sommi capi. L’opera in questione è una piccola casa di quattro stanze: troverete i dettagli nei fogli che vi consegnerò. Ma, per rendere la cosa un po’ più stuzzicante, ad uno di voi verrà sottoposto un progetto un poco più complesso. Dunque, vediamo… il prescelto è, uhm… il signor… il signor Iscariota!
–    Me la sono giocata malissimo con l’uscita sulla menade trans, eh?
–    Pessimamente. Dunque: lei, a differenza degli altri, dovrà progettare un criptoportico.
–    Un… cosa?
–    Un criptoportico! Qui vedo che ha passato l’esame di architettura generale: com’è possibile, se non ha idea di cosa sia un criptoportico? Come l’ha passato, l’esame?
–    Come l’ho passato? Facendo pompini, come vuole che l’abbia passato? Come pensa che l’abbiano passato gli altri?
–    Beh, visto il suo misero diciotto, pare che lei non sia bravo neppure in quello. Ha tre giorni di tempo per presentarmi la bozza scritta. Buona fortuna.
–    Fanculo.
–    PREGO?
–    No, dicevo che potrei chiedere al mio cugino coreano, Fang Kulo: è uno che se ne intende. Sa quanto sono precisi, in Oriente.

 
Questa è la trascrizione originale della bozza presentata da Giuda Iscariota esattamente tre giorni dopo, recuperata secoli dopo dagli archivi dell’Università da alcuni amanuensi, poi perduta, poi recuperata da un bibliotecario, poi perduta, poi recuperata da un benzinaio, poi perduta, poi recuperata da un taccheggiatore nel parcheggio del centro commerciale di Carobbio degli Angeli (BG), e quindi giunta a noi, nella sua forma originale.

 
Cos’è un criptoportico? Non ne ho idea. Non esistendo ancora wikipedia, posso supporre sia un portico con un non so che di criptico, di misterioso: un esempio di criptoportico potrebbe essere il portico di entrata di una casa stregata. È dunque sufficiente appendere pipistrelli di plastica ad un portico per fare di esso un criptoportico? Non ne sono convinto ma, nel dubbio, allego una prima bozza del progetto.

Oppure potrebbe essere così: il criptoportico è una specie di cripta, però grande: un criptone, insomma. Colui il quale lo progetta sta di fatto compiendo un atto criptonico, insomma. Potremmo definire dunque criptonite ciò che spinge un architetto a progettare un criptoportico. Dato ciò, risulta palese che il suddetto criptoportico possa tranquillamente essere utilizzato per rompere deliberatamente i coglioni a Superman, tramite sassaiola di pietre “criptoportiche”.

A seguire la bozza.

(lo so, non ho tolto i pipistrelli: ma era per fare prima, e poi fanno sempre la loro scena)
Oppure potrebbe essere un portico criptato, cioè un portico che non abbia le sembianze di un portico, in modo da confondere eventuali malintenzionati. Insomma, una sorta di mascheramento. Ecco la bozza grafica del progetto:

Ma perché criptare un portico? Forse per nascondere il fatto che all’interno qualcuno sta subendo un fallo da dietro, ma non giocando a calcio. Mi sono permesso di aggiungere al progetto alcune spigolosità che fungano da appiglio a chi sta subendo l’iniziativa dell’ambigua Mimallonide, ovvero l’ex re Erode (che peraltro è una grandissima testa di cazzo):

Giuda fu espulso dall’Università il giorno dopo aver consegnato la bozza.

God of the week

Lo sport è sempre stato una fucina di piccoli e grandi God of the week: come dimenticare i nostri fantastici eroi in kayak, il bizzarro modo di festeggiare di questa squadra di calcio, questa meta alquanto bizzarra, il portiere più rincoglionito del pianeta, il podista che si dimentica di partire e soprattutto il mio preferito, il ciclista (quasi) vincente?

Beh, oggi ci occupiamo di basket: questo giovane cestista mostra come si esegue una schiacciata e, non pago, fa il fenomeno arrampicandosi sul canestro. Ma…

God of the week!

https://dailymotion.com/video/xcvwex

di GialloBanana

Non ci sono più le mezze stagioni

Un luogo comune è un’opinione (non necessariamente “vera”) o un concetto la cui diffusione, ricorrenza o familiarità ne determinano l’ovvietà o l’immediata riconoscibilità. In letteratura è detto tòpos e indica il ricorrere di un tema in un autore o in un genere letterario o artistico. Il termine deriva dalla locuzione latina locus communis, la piazza (il forum), dove le persone si incontravano e conversavano.
(fonte: wikipedia.it)

La cosa davvero interessante dei luoghi comuni è l’utilizzo che ne facciamo: rompiamo il ghiaccio in una situazione più o meno imbarazzante (la famosa salita in ascensore con un tizio che non si conosce, o l’intrattenersi con uno sconosciuto); li utilizziamo per concludere un’affermazione, come rafforzativo ad essa; in alcune situazioni paradossali li proferiamo come “cosa divertente da dire”; ci parano il culo quando non sappiamo dare spiegazioni.
Ovviamente è necessario utilizzare il corretto luogo comune a seconda della situazione richiesta: non è possibile proferirne uno a caso. Il mio problema è che non ne sono capace: cioè, nonostante mi renda conto di tutto questo, mi suonano talmente banali (ed è la loro forza, esserlo, sia chiaro) da poter essere utilizzati a caso. Uno vale l’altro, insomma. Il che mi ha portato negli anni a vivere situazioni notevolmente imbarazzanti laddove il luogo comune avrebbe dovuto, al contrario, aiutarmi ad uscire dall’imbarazzo stesso. Vado ad elencare alcuni esempi:

(QuandosiFaBuio incrocia un altro essere umano di sesso maschile nell’ascensore, e decide di “rompere il ghiaccio”)

–    L’importante è essere giovani dentro, no?
–    …prego?
–    No, dico: di qualcosa bisogna pur morire.
–    Beh, sì, ma cosa…
–    Alla tua età io saltavo i fossi per lungo, caro mio.
–    Veramente io ho vent’anni.
–    Vent’anni? Cazzo, la mamma dei cretini è sempre incinta!

(QuandoSiFaBuio riceve una notizia che ti cambia la vita)

–    Tesoro… sono incinta!
–    Non sei grassa, amore: sei robusta di costituzione.
–    …ma hai sentito cosa ho detto? Diventerai papà!
–    La riviera romagnola è piena di tedeschi.
–    Ma vaffanculo, va.
–    Se lasci una bistecca a mollo nella coca-cola per un’ora, non rimane niente.

(QuandosiFaBuio è alla cassa delle Poste per pagare un bollettino)

–    Sono 42,70€, signore.
–    Io non credo proprio in Dio, ma in qualcosa che sta sopra di noi.
–    Ehm… ok, signore, adesso… adesso può pagarmi, per cortesia?
–    Il denaro non fa la felicità.
–    Ok, ha ragione, ma ora potrebbe…
–    (rivolto alla gente in coda) IL DENARO NON FA LA FELICITÀ!
–    (alcune persone in coda rispondono) Ha ragione! Ha perfettamente ragione!
–    Bene, signore, ora che l’ha detto a tutti ha intenzione di pagare, per cortesia?
–    Il pubblico è il dodicesimo in campo.

(QuandosiFaBuio alla festa partigiana locale)

–    Quando c’era lui i treni partivano in orario.
–    PREGO?
–    No, dicevo: io non sono razzista, ma se ne stessero a casa loro.
–    Stai cercando di farti menare?
–    Eh? No,no. Non è perché hai bevuto: è mischiare, che ti frega.

(QuandoSiFaBuio chiacchiera con un amico a proposito di tecnologia e tempi moderni)

–    Cioè, alla fine c’hai uno come amico su facebook e poi quando lo incontri in giro non ti saluta nemmeno. Perché?
–    Semplicemente perché nessuno ha mille amici, nella vita reale.
–    Ehy! Questa è una risposta sensata!
–    Ah, già. Uhm…  in Sicilia ci sono dei posti meravigliosi, ma non sanno sfruttare il turismo.
–    Così va meglio.
–    Non è che non mi piaci: è che non sono pronto per una storia seria.

Le grandi scoperte di appletini: il Venerdì è bello perché viene prima del Sabato

Ok, oggi non c’ho tempo, quindi sarò breve (pensavo: se trovassi milleduecento persone disposte a donare un euro al mese ad appletini, io potrei starmene a casa tutto il giorno a tenere aggiornato il blog, cercare Gods of the week degni di tal nome, scrivere cose molto fiche, ecc. Pensateci). Cominciamo da qui: 90-84-89. No, non sono le misure della vostra MILF preferita (anche perché con delle misure del genere somiglierebbe curiosamente ad un tubo): sono le visite giornaliere che ha ricevuto appletini questa settimana. Quindi vorremmo ringraziarvi (vi limonerei duro uno ad uno, se potessi) ed invitarvi a continuare a seguirci (a parte quando andiamo in bagno). Per ringraziarvi, il Consiglio di Amministrazione di appletini si riunirà straordinariamente domani pomeriggio per dibattere e deliberare importantissime novità: a breve potremmo proporre nuove iniziative mondane per il vostro (ed il nostro) sollazzo! Detto questo, vi lasciamo con un video e vi auguriamo un fantasmagorico fine settimana. Cercate di fare i bravi e, nel caso combiniate qualche cazzata, date pure la colpa a noi!

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=0hivUEkYuio]

 

 

Dammi tre parole: mucca, cuffia, birra

(La nostra rubrica “dammi tre parole” funziona così: voi mi suggerite – sulla pagina appletini di facebook – tre “parole chiave” da utilizzare, e io ci scrivo il post; fermo restando che scrivere una storia è un po’ come tessere una tela, e io non sono un ragno)

Le parole chiave di oggi, gentilmente suggerite da Claudia: mucca, cuffia, birra

 

Gli uomini hanno una curiosa abitudine: essere convinti che le donne nascano il giorno stesso in cui li conoscono. Come se non avessero passato, come se non avessero mai amato, come se il labirinto di disastri che soltanto la mente di una donna riesce a creare si disfacesse nel preciso momento in cui un uomo che ancora non conosce pronuncia la parola ciao. Ora, le donne hanno questo immenso dono: riuscire ad arrivare a un compromesso, ed accettarlo, senza che tu te ne renda conto. Laddove bisogna fare entrambi un passo indietro (in un rapporto di coppia succede) tu te ne esci imprecando e sintetizzando il tutto con un “l’hai sempre vinta tu”; lei invece sa perfettamente che non è proprio così, ma te lo lascia credere. Perché? Perché convincere una persona di una cosa falsa è il modo migliore per far sì che questa cosa diventi vera, con l’andare del tempo. E una volta che lo è diventata non c’è più nulla che tu possa fare, se non ribellarti e troncare il rapporto: ma gli uomini sono fottutamente pigri, e lasciare le persone è faticoso. Ma perché, perché l’essere umano maschile non possiede questa capacità? Perché l’essere umano maschile non possiede nessuna capacità? La risposta è semplice. La risposta è “birra“.

Non che le donne non ne consumino, di birra, ma è l’approccio che fa la differenza. Ad esempio: supponiamo che una donna abbia un’ora di tempo per fare la spesa. Farà ‘sta benedetta spesa e comprerà anche la birra: nel caso il tempo non sia sufficiente per compiere acquisti mirati, ponderati e in quantità sufficiente per pianificare i menù casalinghi dei giorni successivi, comprerà quello che riesce e tornerà in un secondo momento.

Avete mai mandato un uomo a fare la spesa con un’ora di tempo? Riesce a raggiungere punte di cinquantaquattro minuti fermo dinnanzi al banco delle birre, e utilizzare i sei minuti rimanenti per prendere tutto il resto, fare la coda in cassa, pagare, caricare il tutto in auto e tornare a casa. Con il seguente risultato:

– Allora, hai preso tutto?

– Certo, cara. Allora, prima scarico le birre, ok?

– …ok. Ma quant…

– Brecco, brecco, break… sch…frrrr… aquila zoppicante, mi senti? Brecco, brecco… schhhh.. qui è mucca con la cuffia, mi senti? …schh…frrr… procediamo con lo scarico, è arrivata la protezione civile? schh… Mi raccomando, piano con la Weisse che se mi si sgasa siamo fottuti, ok? schh….frrr…

– Ma quanta cazzo di birra hai comprato?

– Trecentodue casse.

– ?!?

– Sai, Sabato c’è il derby.

– E il resto l’hai preso?

– Certo! Allora: quindici confezioni di trippa in scatola, due scatole di tampax, uno zerbino con la scritta “mia suocera è un uomo”, diciassette chili di carne secca…

– DICIASSETTE CHILI DI CARNE SECCA?

– Sai, per il rifugio anti-atomico.

– Noi, non abbiamo un rifugio anti-atomico, testa di cazzo.

– E… e quella roba al piano di sotto cos’è?

– La taverna.

– E quell’ hobbit femmina che ogni tanto prendo a calci in culo lì sotto chi è?

– Quella è mia madre.

– Oh. Mio. Dio.

– Così tu saresti “mucca con la cuffia”, eh?

– É un nome d’arte.

 

Oppure, avete mai provato ad andare a fare la spesa insieme ad un uomo? É come andarci con un bambino di sei anni: nel caso del bambino, evitate come la peste l’area giocattoli; nel caso dell’uomo, quella delle birre. Prendete il cervello di un maschio, giocateci a bowling per una serata intera ed avrete più o meno lo stesso risultato che si ottiene lasciandolo solo (perché voi nel frattempo capirete che è una causa persa e lo lascerete lì) di fronte al banco birra. Egli perde ogni sorta di raziocinio e comincia a blaterare cose a caso, adducendo inspiegabili motivazioni in base alle quali sarebbe opportuno acquistare una quantità spropositata della suddetta birra. Cose del genere, insomma.

– Allora, andiamo? Ho ancora un sacco di roba da prendere!

– Ma… ma c’è… c’è il 3X2! Sulla Moretti da sessantasei c’è il 3X2! Gesù, scusami se non ho mai creduto alla tua esistenza: d’ora in poi sarò una persona migliore.

– Ok, ok, prenditi queste diavolo di tre birre e andiamo!

– Tre?

– Beh, c’è il 3X2, no?

– Appunto. E quanto fa tre per due?

– …sei. Ma cosa c’entr…

– Appunto. Sei. Ora, quanti anni avevi quando hai perso la verginità?

– Ma che cazzo stai…

– RISPONDI.

– Diciotto, ma cosa…

– Ok. Diciotto e sei fa ventiquattro. Adesso rispondi a questa: quanti trentini entrarono a Trento trotterellando?

– Trentatrè.

– E siamo a cinquantasette. Ora, hai mai letto il Codice Da Vinci?

– Sì.

– Bene. Hai presente la successione di Fibonacci?

– Senti, vaffanculo.

– Schhh. Parla piano. Potrebbero sentirci.

– Io me ne vado.

– Dio è nella birra.

Il cervello del maschio medio, come scientificamente provato dalla TAC al cervello sottostante, è così strutturato:

Non vorrei dilungarmi troppo: concludendo, qualunque azione dell’essere umano medio di sesso maschile riconduce alla birra. Se la discussione si fa troppo lunga, egli evaderà dalla realtà pensando alla birra (oppure stappandosene una, o due, o ventuno); se buca una gomma in autostrada, il primo pensiero sarà “quanto passerà ora prima che possa farmi una cazzo di birra?”; se voi, stanche di tutto questo, lo lascerete, egli morirà di fame. Ubriaco, però.

 

 

 

É tutta una questione di comodità

Ci sono giorni in cui ti svegli e non hai proprio voglia di fare un cazzo: non faresti nemmeno pipì se non fosse che poi ti si gonfia la vescica, e più attendi più lei si gonfia, poi ad un certo punto esplode e, come quando una diga si rompe, l’orina si diffonde all’interno dell’organismo con una pressione tale da farlo esplodere a sua volta, allagando la casa con una pressione tale da farla esplodere a sua volta, e invadendo quindi la città, con una pressione tale da spazzare via tutto, e allargandosi alla provincia, con un furore così impressionante da superarne i confini ed espandersi a tutta la regione, con una violenza tale da…

É così che la immagino, la fine del mondo. Quindi, anche quando siete scazzati, abbiate la compiacenza di andare almeno a pisciare.

Tra l’altro parlando di dighe mi è sovvenuta una cosa: quando ero piccolo, nella mia città natìa c’era una sorta di aborto di fontana sulla quale un poeta metropolitano aveva scritto a pennarello la seguente strofa d’amore: “Come l’acqua spaccala diga, il mio c***o ti sbraga la f**a” (si noti quanto sono stato -eccezionalmente- morigerato, censurando i termini “forti”). Altre scritte epiche erano “Figa aperta raggio di sole” nel sottopasso della stazione (sono già stato morigerato prima, non pretendete troppo) e “Rivoglio il mio ping pong”, a caratteri cubitali sul sottopasso, sempre in zona stazione. Ma di tutto questo parlerò dettagliatamente un’altra volta.

Torniamo al discorso iniziale: giornata-scazzo. Zero voglia di alzarsi, zero voglia di lavorare, zero voglia di leggere, scrivere, guardare un film, cucinare, fare una passeggiata. Zero voglia anche di leggere il giornale, che quelle pagine grandi e sottili sono difficilissime da girare, e poi non sai mai bene in che posizione metterti. Ma almeno per questo c’è una soluzione: la macchina per girare le pagine del giornale. Come funziona? Beh, potete verificarlo guardando il video. Io la voglio!

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=GOMIBdM6N7Q]
(nell’immagine sottostante, un tipico esempio di allagamento da orina)

…ma potete morire anche così!!

Piccola aggiunta al POST PRECEDENTE: se volete lasciarci le penne potete provare a farlo in grande stile, nei seguenti modi:

1) Terminando un intero vaso di nutella in tre minuti
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=SSDOeSTXLTQ]

 

2) Scaraffandovi sei birre in dieci secondi[youtube https://www.youtube.com/watch?v=YB65K5ifbH4]

 

3) Partecipando ad una fantastica staffetta alcolica (sia chiaro, prima o poi appletini ‘sta cosa la organizza: non possiamo non farla!)
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=3JPYpCBNYSI]

Lista della spesa #58: che progetti hai dopo la morte?

Chi ci segue dagli albori sa perfettamente che appletini.it possiede una propria agenzia di onoranze funebri, la “Onoranze funebri Happy Days” (per chi non ne fosse a conoscenza, consiglio vivamente di aggiornarsi cliccando QUI). A tutti piacerebbe reincarnarsi in qualcosa di molto fico, ma nel contempo siamo perfettamente consci del fatto che “polvere siamo e polvere torneremo”, che “la salma è la virtù dei morti” e che il formaggio con le pere è fottutamente buono; ma sappiamo anche che, nel caso il temibilissimo contadino venga a sapere questa cosa, siamo tutti nella merda. Quindi, insomma, una volta morto sei morto, a meno che non facciate parte della schiera di coloro i quali credono alla storia del tizio che ha perso a cartaforbicesasso con Barabba ed è stato crocifisso (in tal caso, tranquillizzatevi: siete salvi. Sorseggierete negroni in compagnia di tutte le suore defunte sino ad oggi, TUTTE, mentre là sotto se la spasseranno con Freddie Mercury e Milingo). Ma dove volevo arrivare? Ah, già. Come sapete, la “lista della spesa” di appletini ha una soluzione per tutto. Dunque, perché non fare di noi un albero, ad esempio?

Ecoinvenzioni, un’urna per diventare alberi dopo la morte

Un modo creativo per lasciare un buon ricordo di sé? Lo ha trovato un giovane designer spagnolo, Martin Azua, inventando un’insolita urna, nella quale assieme alle ceneri del defunto, vengono inseriti i semi degli alberi che in vita la persona ha amato di più.
A guardarlo sembra un classico bicchiere in cartone, di quelli molto in uso nelle catene di fast food internazionali.
Ma stavolta invece che contenere del thè caldo, del caffè o della cola, qualcuno ha pensato bene di farne l’eco-involucro ideale per l’ultimo viaggio. Fatta di fibre di cocco, cellulosa e torba, l’urna bio risponde essenzialmente ad un’idea del suo inventore che ha dichiarato di preferire un proseguimento della sua vita sotto un albero piuttosto che sotto una lapide.

A noi di Ecoseven.net l’idea colpisce sia per il romanticismo a cui Martin Azua ha legato il suo “bicchiere”, sia per il fatto che si tratta di una soluzione ecologica davvero: in fondo, come afferma lo stesso inventore, è il miglior modo per rendere puliti al 100% i cosiddetti “dirty business” dei funerali.

(www.ecoseven.net)

Fantastico, no? Non vi viene quasi voglia di morire? Nel caso, potete raggiungere il vostro scopo sfidando gli amici ad una prolungata partita a questo “gioco”:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=-zaEGGiCjLI]

God of the week

Mentre la nostra casella di posta elettronica viene letteralmente invasa da persone che vogliono partecipare a Invita QuandoSiFaBuio a cena – la nostra nuova, accattivante iniziativa che vi permetterà di conoscere gli oscuri personaggi di appletini – ecco apparire all’improvviso, nell’inusuale tepore che queste giornate d’inverno ci regalano, il nostro Dio della settimana. Trattasi di un tizio arrestato in Wisconsin per spaccio e detenzione di armi: ma la cosa che ci spinge ad insignirlo dell’ambito titolo settimanale è un’altra…

 

   Arrestato in Wisconsin l’uomo dal nome impossibile

 Arrestato in Wisconsin l'uomo dal nome impossibile   E’ diventato celebre poche ore dopo il suo arresto in Wisconsin non per il suo crimine – si tratta di spaccio e detenzione di armi  – ma per il suo nome. Nato 30 anni fa come Jeffrey Drew Wilschke, l’uomo ha ufficialmente cambiato nome lo scorso ottobre scegliendo  come nuova identità quella di Beezow Doo-Doo Zopittybop-Bop-Bop

(fonte: repubblica.it)

Appletini-questionario: sei il candidato ideale per la nuova iniziativa di appletini?

Rispondi mentalmente “SI” o “NO” alle seguenti domande:
–    Ti piacciono i primi due dischi degli 883?
–    Ti piace conversare allegramente in compagnia di altre persone sorseggiando bevande a bassa/media/alta gradazione alcolica?
–    Sei solito cenare, nella vita?
–    Ti piacciono le Hawaii e gli strumenti musicali ad esse connessi?
–    Credi che, dopotutto, gli infimi personaggi di appletini.it meritino un minimo di rispetto almeno per il fatto di gestire un blog ed organizzare eventi mondani?
–    Ti piacciono le donne?
–    Ti piacciono gli uomini?

Se hai risposto “SI” ad almeno una di queste domande, sei il candidato ideale per partecipare alla nuova, grande iniziativa di appletini.it: invita QuandoSiFaBuio a cena! Dite la verità, chi di voi non ha mai pensato “io col tizio che scrive su appletini ci uscirei a cena”. No? Come dite? Ah… no? Davvero? Mai pensato?  Vabbè, invitatemi lo stesso: ho fame.
Lo so che stentate a crederci. Ma non è il momento di farsi venire un infarto; è anzi l’occasione buona per bruciare sul tempo le centinaia di migliaia di milioni di miliardi di persone che vorranno sfruttare per prime questa occasione.  Per la prima volta nella storia di appletini, QuandoSiFaBuio alza il culo dal divano per venire a cena  a casa tua (potrebbe anche portare del vino, se riesce a ricordarsene)! Avrai l’occasione di chiedergli tutto ciò che hai sempre voluto sapere su appletini e, in particolar modo, potrai finalmente guardarlo negli occhi e porgli la domanda che ti ronza in testa da tanto, tanto tempo: “Ma sei scemo?”. Sarà bellissimo vedere la sua espressione quando, seraficamente, ti risponderà: “Certo che sì”. Organizza la cena, invita i tuoi amici ed aspettate insieme QuandoSiFaBuio, che giungerà calandosi dal camino o, più probabilmente, suonando il campanello. L’invito è ovviamente estendibile a tutto lo staff appletini (a vostro completo rischio e pericolo: appletini declina ogni responsabilità per danni a cose o persone, decessi, arresti cardiocircolatori, aurore boreali, estasi mistiche, herpes. È un medicinale che può avere effetti collaterali anche gravi, leggere attentamente il foglio illustrativo). Per partecipare è sufficiente inviare una mail all’indirizzo quandosifabuio@appletini.it ed accordarsi con QSFB stesso su luogo, data e ora della cena. Facile, no? Orsù, non siate timidi e non fate quelli col braccino corto. Rendi la tua vita un po’ più bella, fai un’opera di bene e aiuta questo mondo a divenire un posto migliore in cui vivere: invita QuandoSiFaBuio (ah, dimenticavo: e il suo ukulele) a cena! Lasciate che la gioia esploda nei vostri cuori: appletini è amòre!

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=KYV22n7HeRc]