Autore: admin_samu
Lista della spesa #6
Stressati dalla solita vita? Dal solito lavoro-casa-dormire? Il vostro fidanzato/a è pesante, il treno è in ritardo, la metro è affollata? Lo smog vi deprime? Ecco l’articolo che fa per voi!!
Infila una moneta, rompi un piatto!
E’ l’ora della pensione per i giochini antistress di gomma. Almeno così la pensano Katja Kublitz e Ronnie Yarisal i due artisti che hanno inventato la Anger Release Machine, ovvero il distributore automatico antistress. Capita a tutti di avere una giornataccia e voler letteralmente distruggere in mille pezzi qualcosa. Ora si può, senza necessariamente ricorrere ai preziosi cristalli impolveriti che affollano la credenza dal giorno del matrimonio.
Il funzionamento di questa macchina é identico a quello dei distributori di merendine e bibite ormai onnipresenti. Basta inserire una moneta, scegliere il pezzo da distruggere e godersi lo spettacolo. Ovviamente la scelta di elementi da distruggere è adeguata: ci sono dozzine di pezzi di fine porcellana cinese. Certe cose non hanno prezzo…
God of the week
Mitico!!
best of
Contributo "best of" dela settimana!
sabato, 01 dicembre 2007
E questo l’uomo lo sa : pensiamo alla nostra letteratura. L’Odissea, ad esempio. O pensiamo alla vita di alcune persone: pensiamo a Mauro Repetto.
Capita così, ad esempio, di perdere i documenti, di non poterli rinnovare causa “buchi neri” burocratici e di circolare per mesi senza patente né carta d’identità, sperando non ti fermino gli sbirri perché altrimenti stavolta sei nella merda davvero. Poi, come a volte (a me raramente, per la verità) accade, qualcosa cambia, qualcosa gira per il verso giusto. Perché così è la vita: un giorno ti scava una buca dietro la prossima curva di una strada a scorrimento veloce, il giorno seguente arriva sotto forma di aquila gigante e ti salva dalle fiamme del monte Fato.
Così ti giunge una telefonata nella quale ti comunicano che la tua residenza è arrivata e quindi puoi finalmente avere i documenti nuovi, servono soltanto tre fototessere.
Tutto qua.
Fantastico.
(QSFB raggiunge il paesino X, che conosce ma del quale non è esperto, e cerca un fototesseraio, per poi recarsi all’anagrafe del paesino stesso e farsi fare, finalmente, la carta d’identità: dopo aver vagato per un tempo relativamente breve, lo trova. Si avvicina alla porta d’ingresso. C’è scritto “spingere”. QSFB tira. La porta non si apre. QSFB riguarda la porta. C’è scritto “spingere”. QSFB spinge.
La porta non si apre.)
All’ingresso trovo esposto il seguenti orario:
Cominciamo bene.
Insomma, dopo aver ragionato una decina di minuti sul senso di questi orari ed aver concluso che non c’è, un senso, torno al problema principale: il negozio è chiuso. Sto già cominciando a pensare che la vita abbia ripreso a mescolare le carte, quando la porta si apre.
No, non quella del negozio. Quella di fianco.
Esce una ragazza, mi guarda intensamente, quel tanto che basta per pensare “stasera si ciùla”, ed invece si sviluppa il seguente dialogo:
Ragazza: Non c’è nessuno in negozio?
QSFB: No.
Ragazza: Ah, ok.
(la ragazza richiude la porta con gesto deciso. QSFB pensa due cose. Primo: stasera non si ciùla. Secondo: avrà a che fare col negozio?starà chiamando, che ne so, suo padre che mi aprirà sorridente?Bah. Attendo.)
Passano una decina di minuti buoni: la mia limitata pazienza ma soprattutto la temperatura subpolare mi inducono a delineare immantinente uno stratagemma atto a risolvere l’arzigogolo. Così mi avvicino alla porta e suono timidamente il campanello. Esce la ragazza.
Ragazza: Che c’è?
QSFB: Ehm.. siete voi quelli del negozio di foto?
Ragazza: Noi? No, no.
QSFB: Ah.. perché sei uscita chiedendomi se c’era qualcuno, credevo che..
Ragazza: No, no, non c’entriamo niente noi.
QSFB: Ah. Allora che cazzo volev.. cioè, non sapresti per caso dirmi come mai è chiuso?
Ragazza: Mah. Guarda, per quanto ne so, probabilmente il fotografo è al bar qui di fianco (indicando una tipica bettola bresciana).
QSFB: Ok, grazie!
(QSFB , pervaso da nuova linfa vitale, si reca fiducioso al bar di fianco.)
Guardo l’insegna: “Bar sport”. Non potevo aspettarmi di meglio, mi dico.
Entro. Lo scenario è tipico della bettolaccia di paese: ubriacone da banco in bilico sul suo stesso gomito (alle 4 del pomeriggio), televisore perennemente acceso anche se nessuno lo caga, esercente ultrabicentenario, sguardo di odio nei confronti dell’avventore sconosciuto.
Cioè io.
QSFB: Scusi..
Esercente: Vuoi uno specialino?
QSFB: Ehm.. veramente cercavo il tizio che fa le foto.
Esercente: Ah. Hai provato a guardare in negozio?
QSFB: …
Esercente: E’ stato qui fino a poco fa, ma poi è andato. Magari è in negozio.
QSFB: La ringrazio. Mi è stato davvero utile..
Esercente: Allora, non lo vuoi lo specialino?
QSFB: …
Esercente: …
QSFB: ..vada per lo specialino.
(l’esercente si volta, maneggia un’ottantina di bottiglie (presumibilmente a caso), poi si volta nuovamente e, con aria di sfida, porge un bicchiere colmo di liquido dal colore indefinito, quasi certamente tossico. QSFB lo butta giù senza domandare e, dopo aver sentito evaporare dal proprio corpo una decina d’anni di vita, paga e se ne va)
Esercente: A presto.
QSFB: Forse.
(nota: QSFB non incontrerà mai il tizio delle foto, anche se lo conserverà per sempre nel suo cuore. Si recherà in un centro commerciale e si farà immortalare da una tristissima macchinetta.
Che gli ciùlerà 1 euro.)
A tribute to…
A tribute to…
In occasione dell’imminente Pasqua propongo eccazionalmente un tributo a tema.
sabato, 07 luglio 2007
Il fatto che questo blog sia stato creato con scopi sostanzialmente idioti non significa che io sia necessariamente idiota, anche perchè questo implicherebbe una rivoluzione filologico-terminologica atta a coniare un aggettivo adatto a definire chi ascolta i gemelli diversi (ho scoperto che in realtà si chiamano Gemelli DiVersi, abbreviato con GdV. Che genialità. E quanta ignoranza, da parte mia.)
In realtà ho diverse qualità, ad esempio il dono della sintesi. E la lapidarietà.
A questo proposito riporto un breve dialogo intercorso tra me e mia nonna la scorsa Pasqua a proposito di vestiario :
Nonna : Ma nemmeno a Pasqua, il giorno del Signore, ti vesti un po’ bene?
Io : Non accetto imposizioni sul vestire da uno che andava in giro in tunica.
Lista della spesa #5
Ovviamente in abbinato c’è anche l’iceberg.
Purtroppo non è ancora in vendita, ma è pronto a conquistare il mercato. Non perdetelo!
God of the week
Intendo in senso letterale: non capiscono che è lui, e quindi non lo salutano nemmeno. Ha dovuto quindi procurarsi una bottiglia di ceres e riempirla di birra analcolica che certo, non è granché, però almeno così la gente lo saluta.
Addirittura si narra che una coppia di amici l’abbia incrociato al bar e non l’abbia riconosciuto, lui quindi si è avvicinato per salutarli e loro lo hanno scacciato in malo modo, credendo fosse un accattone.
Allora è andato a recuperare la sua Ceres finta ed è tornato al tavolo degli amici. il dialogo è stato più o meno questo:
Amici: Sarto!! Cazzo, finlamente ti fai vedere, dove sei stato tutto questo tempo?
ilSarto: Ero qui mezzo minuto fa, mi sono solo allontanato un attimo per prendere la birra…
Amici: Eri qui?e dove?
ilSarto: Qui di fianco, idioti. Vi ho pure salutati ma mi avete cacciato via.
Amici: Ahahah!! Non dire cazzate: quello non eri tu! Quello era un idiota!
Comunque, cosa dicevamo?
Ah, già. Ecco a voi il God of the week!!
riflessiòni
“Morirò, se non tornerai. Perché ho bisogno di te,e se non lo capisci te lo dimostrerò, fino alla fine dei miei giorni, o dei tuoi, se così dovrà essere. E se così sarà morirò con te, perché tanto lo so, lo so che il cuore batterà così forte che il cervello non ne sopporterà il frastuono, e fermerà tutto. Piangerò ogni volta che te ne andrai e festeggerò tutte le volte che tornerai, ogni giorno, per tutta la vita. Perché sei mia madre, mio padre, mio fratello, Dio, un amico, l’inizio e la fine di tutto, di tutta la mia vita.”
Questo direbbe il cane del mio vicino al mio vicino, quando rientra a casa, se solo sapesse parlare.
D’altro canto, nessuna persona dotata di senno direbbe una cosa del genere ad un’altra persona.
Per questo gli uomini si circondano di cani.