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Urgono alcune precisazioni a proposito di “Festival in piazza” e dei suoi protagonisti.


  1. Carissimi ragazzi, la gente parla. Sputtana. Prende in giro. Ride. Soprattutto in ambienti come quello nel quale aspirate a lavorare. Qui, semplicemente, si ironizza. Se qualcuno se l’è presa perché gli ho dato del cicciobombo cannoniere giusto perché è un po’ abbondante di fianchi, gli do una dritta: io sono pelato, chiamami pure Mastro Lindo. Non ti denuncerò.
    Idem per il discorso del gay, che peraltro non è un insulto. Alle persone non importa se Malgioglio è gay o meno: è un personaggio televisivo. Lo sembra, quindi lo è. Punto.
    La gente parla di Malgioglio anche se non lo conosce, perché è in TV. La gente parla di voi anche se non vi conosce, perché siete in TV.
    Non è giusto? Sono d’accordo. Ma se non lo accettate.. beh, cazzo, avete sbagliato lavoro.
    Quando attaccavo i manici alle pentole in fabbrica nessuno mi rompeva i coglioni:  tendenzialmente, se attaccaste i manici alle pentole, non dovrebbero romperli nemmeno a voi. Per uno che non vi conosce, e guarda la TV, siete solamente dei potenziali Malgioglio. E questo non lo dico io. Questo è quanto.

  2. Mario Tessuto, che lo vogliate o meno, è la spazzatura della musica italiana. Su questo non transigo. Ha fatto successo con UNA canzone, peraltro di qualità discutibile ( mi sono sforzato di utilizzare un forte eufemismo); ci hanno fatto un film (un film, cazzo) e ora campa con un ristorante che.. indovinate come si chiama? Lisa dagli occhi blu. E chi l’avrebbe mai detto? Ora cerco su Google se i Jalisse hanno aperto una paninoteca che si chiama “Fiumi di parole”.
    E, vi prego, non fatemi parlare della sua partecipazione a Sanremo in coppia con Orietta Berti, con il magnifico pezzo “Tipitipitì”. Vi prego, davvero, non fatemene parlare.

  3. E’ vero, vi ho preso in giro. Sono stronzo? Assolutamente si. Però io ironizzo su di voi, non potete rispondermi dicendomi di dire quello che ho detto a voi a delle persone che potrebbero anche non esserci più. Eddai, da bravi. E’ il sottile velo che separa l’ironia dall’essere deliberatamente infami.

  4. Ah, dimenticavo.. Marco Evans, ti ho spacciato per un concorrente. Ti prego, abbi pietà della mia anima.


Insomma, devo dirla proprio tutta? Passare dalla TV per arrivare a sfondare nella musica mi pare una stronzata.
Soprattutto se in giuria c’è Mario Tessuto.

Published
Marzo 25, 2008
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