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Autore: admin_samu

Cose più importanti del terremoto

Va bene, c’è stato un terremoto: lo abbiamo sentito (cioè, lo avete sentito voi, io no. Essì che ero in pieno relax, avrei dovuto farci caso. Forse la mia amaca è antisismica: devo rileggermi le istruzioni) e ci sta che ognuno commenti a modo suo l’accaduto e bla bla bla. Ma, dico io, vogliamo per una volta, una soltanto, amici e cittadini italiani, dare la giusta importanza alle cose? Davvero dobbiamo dedicare così tanto tempo ad una piccola scossa di terremoto, quando ci sono ben altre questioni sulle quali focalizzarsi? Vogliamo veramente togliere spazio a ciò che conta davvero?

Nemmeno alla Protezione Civile penserebbe al terremoto, se soltanto fossero a conoscenza di certa roba.  E alla fine tocca sempre a me avvisare di ‘ste cose.

– Pronto, Protezione Civile.

– Sì, salve, sono QuandosiFaBuio, di appletini.it

– Buongiorno, chiama per il terremoto?

– No, cioè: sì. Nel senso: non vi preoccupate troppo.

– Come ha detto, scusi?

– Ho detto di non preoccuparsi troppo: abbiamo altro a cui pensare.

– Non credo di aver capito molto bene.

– Ok, senta: è seduto, ora?

– No.

– Ok: si sieda. Fatto?

– Sì.

– Bene. Ora prenda un bel respiro e si rilassi.

– Ok: sono rilassato. Che deve dirmi?

– Vede il fatto è che, è che…

– …?

– È che… oh, cazzo, non ce la faccio.

– Avanti, mi dica che sta succedendo!

– Vede, il fatto è che…sì, insomma… ho scoperto che l’accendino è stato inventato prima dei fiammiferi.

– COSA?

– Giuro. Ho passato tutta la notte raggomitolato in un angolo della stanza, tremando e piangendo.

– Non mi sta prendendo per il culo, vero?

– Non potrei mai, su una cosa del genere.

– Porca troia, devo richiamare il personale qui in sede, sono tutti fuori per quella stronzata del terremoto!

– Lo faccia subito. In bocca al lupo.

– Se esiste un dio ci salveremo, vedrà.

– Addio.

(la seconda persona che ho tentato di chiamare è stata mia madre, ma i collegamenti telefonici sono ormai impossibili. Buona parte degli impianti elettrici sono ormai fuori uso e la città, fuori, è irriconoscibile. È il caos. Sto scrivendo dal mio rifugio antiatomico, nella speranza che qualcuno sia ancora vivo e possa leggere questo post. Nel frattempo, il mio gatto sta finendo le scorte di cibo in scatola per i prossimi dodici anni, quindi probabilmente morirò di fame, a meno che io non decida di mangiarmi il gatto. Ma è più probabile che sia lui a mangiare me.)

Giappone&dintorni

Ecco una nuova, avvincente puntata della nostra rubrica “Giappone&dintorni”, dedicata ai nostri amici dal mandorlato sguardo. Come al solito, non c’è molto da commentare: c’è solo da guardare ed ammirarli incommensurabilmente!

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=069dKcdHWvc]

A tribute to… (nel dubbio? Nel dubbio ti amo!)

 

In passato (ma non ricordo quando, di preciso: il criceto che ho nel cervello e che nutro a caffeina comincia a lavorare di Martedì) abbiamo parlato di “the club” un programma in onda sul canale televisivo  All Music, che in sostanza consiste nel pubblicizzare  una chat telefonica. Per incentivare la cosa, inoltre, gli operatori si recano nelle discoteche e intervistano “la gente comune” invitandola a presentarsi oppure ponendo domande di varia natura.

E questo è il risultato. Buona settimana (e, se cominciamo così, non potrà che migliorare)!

 

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=vmN15mmIStw]

 
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=gXWf5rTx4eg]

Psicoterapia di gruppo

–    Salve a tutti, mi chiamo QuandoSiFaBuio e ho un problema col passato.
–    (in coro) Ciao, QuandoSiFaBuio, benvenuto!
–    Vuoi raccontarci la tua storia, QuandoSiFaBuio? Qui sei al sicuro…
–    D’accordo. Vedete, il problema è questo: io me ne sono sempre sbattuto di tutto, nella vita. Non mi è mai importato molto di ciò che mi accadeva, e di ciò che accadeva a coloro i quali mi stanno vicino. Diciamo che ho sempre preso tutto con filosofia, ecco.
–    Ma adesso qualcosa è cambiato, giusto?
–    Già. In pratica, ho cominciato a ragionare su cose passate e a sentirmi male: a volte stupido, altre volte completamente fuori di testa.
–    Ci vuoi fare qualche esempio, amico?
–    Certo. In questi giorni, ad esempio, mi sto sentendo molto idiota per tutte le volte che mi sono fatto male in maniera poco consona,e altre cose. Ad esempio quando mi sono ferito un dito della mano col computer.
–    Ghghghgh..
–    Ehy, chi cazzo sta ridendo?
–    No, no, nessuno riderà di te, qui. Fidati. Continua.
–    Ecco, oppure quando mi sono squarciato il ventre tuffandomi di pancia su una discesa di mattoni.
–    Ghgh…
–    Ehy!
–    Continua, continua.

– Quando ho rimediato tre punti affettando un’anguria, due punti aprendo la scatoletta del tonno, quando ho appoggiato il borsello sopra l’auto e poi sono partito dimenticandomelo lì, quando mi sono grattato i coglioni con la protesi di un tizio appena conosciuto, quando sono finito al pronto soccorso per aver tirato una testata a un mojito, quando…
–    Ma sono tutte vere, ‘ste cose?
–    Beh, sì, sono qui per raccontarvi tut…
–    Buahahahahahahaha!! Ahahahahahahah!! Ma sei un coglione!! Ahahahahah!!
–    Ma avevate detto che potevo dirvi tut…
–    Ahahahahah!! Si è grattato i coglioni con la protesi di un tizio!! Ahahah!!
–    Ma…
–    Ahahahahahahah!!
–    Ecco, l’unica cosa della quale non mi sento in colpa è l’aver sterminato tutti i miei parenti perché ridevano di me.
–    …
–    Ah, adesso non fiatate, eh? Razza di bastardi. Bene, ora vediamo un po’… tu! Tu, lì dietro, perché sei qui?
–    Io… io ho una dipendenza dalla pornografia.
–    Bene: d’ora in poi tu sarai “segaiolo”. E tu? Tu che ci fai qui?
–    Io? Io… io ho problemi di tossicodipendenza.
–    Ottimo,d’ora in poi sarai “fattone”. Ora, fattone, avvicinati a segaiolo. Così, bravo. Ora calati i pantaloni e inculalo.
–    Eh?
–    Non far finta di non aver capito! Inculalo, fagli le fette, defloralo analmente, cogli il suo frutto, inverti il senso di marcia, come cazzo lo chiamate da queste parti?
–    Ma io…
–    INCULALO!
–    O… ok.
–    E voialtri, guardateli e nel frattempo cantate “Glory, glory, halleluja”!  Avanti. Tu, inculalo. E voi, cantate.
–    “Glory, glory, halleluuujaaaa…”
(diciotto minuti, molti colpi di reni e molti “glory,glory halleluja” dopo)
–    Ok, direi che per oggi è sufficiente. Ora vado: mia madre oggi ha fatto le lasagne.
–    Ehy, ma… ma non avevi sterminato tutta la tua famiglia?
–    Certo, come no.
–    …
–    Coglioni.

Come scrivere il testo di una canzone reggae

Se, come il sottoscritto, avete trascorso innumerevoli ore della vostra giuovinezza (e non) ascoltando musica Reggae, forse vi sarete resi conto che, in linea di massima, i temi trattati da codeste canzoni tendono a essere ricorrenti: Babylon, Jah, freedom, vibrations, rastafari etc…
Insomma, c’è chi, forte di questo concetto, ha creato un generatore casuale di testi per canzoni Reggae. E’ sufficiente specificare:

  • Per cosa stiamo lottando (We are fighting for?)
  • Chi ci sta aiutando nell’impresa (With the help of?) e chi altro ci aiuta (and the help of?)
  • Contro chi/cosa stiamo lottando (Who’s the opponent?)
  • Dove accadono questi fatti (where?) e come vogliamo risolverli (how?)

Una volta premuto l’apposito bottone, verrà generato automaticamente il testo della vostra nuova canzone Reggae: provare per credere! Trovate il generatore di testi Reggae qui:

Reggae Song Lyrics Generator

E’ consigliabile condire il tutto con un giro di accordi in levare tipo Sol, Do, Re o Do Sol La- Fa!

Lista della spesa #59:

Avete ragione, il Natale è passato da poco (ma non sembra anche a voi già lontanissimo?) e quindi questa proposta è un po’ ritardataria, ma nella vita noi di appletini facciamo anche altro, oltre a gestire con incommensurabile amore questo blog: beviamo birra e suoniamo l’ukulele, ad esempio, sognando di essere alle Hawaii mentre fuori dalle nostre finestre nevica e l’acqua del gatto, sotto il portico, si è congelata. Ed il gatto ha provato a berla lo stesso ma è rimasto attaccato con la lingua al ghiaccio e allora li abbiamo portati, lui e la ciotola, dal veterinario, e il veterinario ha detto “fammi vedere da vicino la situazione” ed è rimasto pure lui attaccato al ghiaccio, ma con la guancia, allora abbiamo preso il gatto, la ciotola e il veterinario e li abbiamo spacciati come opera d’arte neorealista. Potrete ammirare l’opera di appletini dal titolo “sentimenti aleatori” alla prossima biennale di Venezia.

Ma veniamo alla nostra “lista della spesa”!

 

L’albero di Natale Alimentato da un’anguilla, una super ecoinvenzione!
Al parco Sea life di Jesolo è in mostra il primo Albero di Natale alimentato da un’anguilla in italia, una bellissima ecoinvenzione per far sentire anche sotto le feste l’importanza del nostro ambiente.

E’ ovviamente solo una curiosità da cui trarre spunto per comunicare il parco, ma è innegabile che in questo caso si sia trovato un modo particolarmente originale per farlo.

Grazie all’energia elettrica prodotta da un’anguilla marina, lucine e addobbi dell’Albero di Natale brilleranno a intermittenza.

Ma come hanno fatto?

Per far illuminare l’Albero di Natale, nella vasca dell’anguilla sono stati posizionati due elettrodi che convogliano la corrente prodotta dai suoi movimenti: un sistema non invasivo, che funziona nel totale rispetto dell’animale, come spiega il Responsabile Vasche di Sea life Valerio Pacetti: «Sin dall’arrivo dell’anguilla elettrica a Sea Life, lo scorso marzo, abbiamo installato dei sensori in vasca, assolutamente innocui per l’animale, proprio per far percepire ai visitatori la scossa elettrica, che può arrivare anche a 500 Volt.

 

I fortunati che assistono alla sessione di alimentazione, tutti i pomeriggi alle 15:30, prima sentivano il rumore delle scosse, ora vedranno accendersi l’Albero di Natale a seconda dell’intensità della scossa».

L’originale sorpresa natalizia dell’acquario jesolano, si spinge oltre il classico concetto di energia rinnovabile: l’E-tree (così è stata battezzata questa ecoinvenzione)  o meglio l’impiego di Eel-lectricity – interpreta in modo originale ed ecosostenibile lo spirito del Natale ribadendo l’impegno attivo di Sea Life nei confronti della salvaguardia dell’ambiente, con il suo Albero di Natale Ecosostenibile, che nessun convenzionale blackout potrà mettere fuori uso.

L’idea è venuta già nel 2008 a Kazuhiko Minawa, responsabile dell’acquario Enosui di Enoshima, in Giappone, il quale aveva pensato di utilizzare l’energia naturale di un’anguilla elettrica per illuminare l’Albero di Natale. Ma si è dovuto aspettare fino al natale 2010 per veder realizzato il primo Albero di Natale al mondo alimentato da un anguilla.

(fonte: ecoseven.net)

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=GO00tPIYSUQ]

 

(Anche tu vuoi bere birra e suonare l’ukulele guardando l’acqua del gatto congelarsi lentamente? Allora partecipa a invita QuandoSiFaBuio a cena!)

Dammi tre parole: criptoportico, spigolosità, menade

(La nostra rubrica “dammi tre parole” funziona così: voi mi suggerite – sulla pagina appletini di facebook – tre “parole chiave” da utilizzare, e io ci scrivo il post; fermo restando che scrivere una storia è un po’ come tessere una tela, e io non sono un ragno)

Le parole chiave di oggi, gentilmente suggerite da Daniela: criptoportico, spigolosità, menade.

 

Mi pare d’uopo, prima di cominciare, andare ad illustrare il significato di due di questi termini, visto che la nostra affezionata lettrice si è voluta rendere simpatica provando a mettermi in difficoltà (se volevi davvero mettermi in difficoltà avresti dovuto rubare la mia scorta di birra casalinga: mi avresti davvero fottuto).
Criptoportico: Nell’architettura dell’antica Roma, un criptoportico (dal greco criptos (nascosto) e dal latino porticus) è un corridoio o una via di passaggio coperta. Il criptoportico può essere al livello del terreno, ma di solito è seminterrato, e supportava una struttura come un foro o una villa romana.
Menade: Le Menadi, dette anche Baccanti, Tiadi o Mimallonidi, erano donne in preda alla frenesia estatica e invasate da Dioniso, il dio della forza vitale.
Ed ora, passiamo all’elaborazione.

 

A Judas life: i diari segreti di Giuda

(Chi si fosse perso la nostra saga “A Judas life” può rimediare andandosela a leggere QUI)

Pochi sanno che Giuda, dopo aver chiuso la sua carriera da professionista di Guitar Hero ed aver lavorato all’ipermercato “La Girandola” di Nazareth, decise di iscriversi all’Università degli Studi di Cana, per la precisione alla facoltà di Architettura. In fondo, era sempre stato il suo sogno progettare e costruire palazzi, ponti, strade e soprattutto chiloom in pietra.
Sulle poche fortune e le molte miserie di Giuda nel periodo universitario non staremo qui a tergiversare: ci concentreremo solo sul laboratorio di progettazione architettonica (3°anno, 10 crediti).
–    Benvenuti al laboratorio di progettazione architettonica, signori. Io sono il docente, il professor Erode, e…
–    Quello che faceva il re ma è stato cacciato quando è stato beccato con una menade trans?
–    Grazie per avermi ricordato di essere finito in miseria e ricollocato in questo cesso di Università, signor… signor?
–    Iscariota!
–    …signor Iscariota. Ora, se lei avesse la compiacenza di chiudere quella fogna di bocca che si ritrova, passerei all’assegnazione dei progetti. Come prima fase, è sufficiente che mi presentiate alcune righe inquadrando le caratteristiche di ciò che andrete a progettare e come intendete procedere nella realizzazione dell’opera, per sommi capi. L’opera in questione è una piccola casa di quattro stanze: troverete i dettagli nei fogli che vi consegnerò. Ma, per rendere la cosa un po’ più stuzzicante, ad uno di voi verrà sottoposto un progetto un poco più complesso. Dunque, vediamo… il prescelto è, uhm… il signor… il signor Iscariota!
–    Me la sono giocata malissimo con l’uscita sulla menade trans, eh?
–    Pessimamente. Dunque: lei, a differenza degli altri, dovrà progettare un criptoportico.
–    Un… cosa?
–    Un criptoportico! Qui vedo che ha passato l’esame di architettura generale: com’è possibile, se non ha idea di cosa sia un criptoportico? Come l’ha passato, l’esame?
–    Come l’ho passato? Facendo pompini, come vuole che l’abbia passato? Come pensa che l’abbiano passato gli altri?
–    Beh, visto il suo misero diciotto, pare che lei non sia bravo neppure in quello. Ha tre giorni di tempo per presentarmi la bozza scritta. Buona fortuna.
–    Fanculo.
–    PREGO?
–    No, dicevo che potrei chiedere al mio cugino coreano, Fang Kulo: è uno che se ne intende. Sa quanto sono precisi, in Oriente.

 
Questa è la trascrizione originale della bozza presentata da Giuda Iscariota esattamente tre giorni dopo, recuperata secoli dopo dagli archivi dell’Università da alcuni amanuensi, poi perduta, poi recuperata da un bibliotecario, poi perduta, poi recuperata da un benzinaio, poi perduta, poi recuperata da un taccheggiatore nel parcheggio del centro commerciale di Carobbio degli Angeli (BG), e quindi giunta a noi, nella sua forma originale.

 
Cos’è un criptoportico? Non ne ho idea. Non esistendo ancora wikipedia, posso supporre sia un portico con un non so che di criptico, di misterioso: un esempio di criptoportico potrebbe essere il portico di entrata di una casa stregata. È dunque sufficiente appendere pipistrelli di plastica ad un portico per fare di esso un criptoportico? Non ne sono convinto ma, nel dubbio, allego una prima bozza del progetto.

Oppure potrebbe essere così: il criptoportico è una specie di cripta, però grande: un criptone, insomma. Colui il quale lo progetta sta di fatto compiendo un atto criptonico, insomma. Potremmo definire dunque criptonite ciò che spinge un architetto a progettare un criptoportico. Dato ciò, risulta palese che il suddetto criptoportico possa tranquillamente essere utilizzato per rompere deliberatamente i coglioni a Superman, tramite sassaiola di pietre “criptoportiche”.

A seguire la bozza.

(lo so, non ho tolto i pipistrelli: ma era per fare prima, e poi fanno sempre la loro scena)
Oppure potrebbe essere un portico criptato, cioè un portico che non abbia le sembianze di un portico, in modo da confondere eventuali malintenzionati. Insomma, una sorta di mascheramento. Ecco la bozza grafica del progetto:

Ma perché criptare un portico? Forse per nascondere il fatto che all’interno qualcuno sta subendo un fallo da dietro, ma non giocando a calcio. Mi sono permesso di aggiungere al progetto alcune spigolosità che fungano da appiglio a chi sta subendo l’iniziativa dell’ambigua Mimallonide, ovvero l’ex re Erode (che peraltro è una grandissima testa di cazzo):

Giuda fu espulso dall’Università il giorno dopo aver consegnato la bozza.

God of the week

Lo sport è sempre stato una fucina di piccoli e grandi God of the week: come dimenticare i nostri fantastici eroi in kayak, il bizzarro modo di festeggiare di questa squadra di calcio, questa meta alquanto bizzarra, il portiere più rincoglionito del pianeta, il podista che si dimentica di partire e soprattutto il mio preferito, il ciclista (quasi) vincente?

Beh, oggi ci occupiamo di basket: questo giovane cestista mostra come si esegue una schiacciata e, non pago, fa il fenomeno arrampicandosi sul canestro. Ma…

God of the week!

https://dailymotion.com/video/xcvwex

di GialloBanana

Non ci sono più le mezze stagioni

Un luogo comune è un’opinione (non necessariamente “vera”) o un concetto la cui diffusione, ricorrenza o familiarità ne determinano l’ovvietà o l’immediata riconoscibilità. In letteratura è detto tòpos e indica il ricorrere di un tema in un autore o in un genere letterario o artistico. Il termine deriva dalla locuzione latina locus communis, la piazza (il forum), dove le persone si incontravano e conversavano.
(fonte: wikipedia.it)

La cosa davvero interessante dei luoghi comuni è l’utilizzo che ne facciamo: rompiamo il ghiaccio in una situazione più o meno imbarazzante (la famosa salita in ascensore con un tizio che non si conosce, o l’intrattenersi con uno sconosciuto); li utilizziamo per concludere un’affermazione, come rafforzativo ad essa; in alcune situazioni paradossali li proferiamo come “cosa divertente da dire”; ci parano il culo quando non sappiamo dare spiegazioni.
Ovviamente è necessario utilizzare il corretto luogo comune a seconda della situazione richiesta: non è possibile proferirne uno a caso. Il mio problema è che non ne sono capace: cioè, nonostante mi renda conto di tutto questo, mi suonano talmente banali (ed è la loro forza, esserlo, sia chiaro) da poter essere utilizzati a caso. Uno vale l’altro, insomma. Il che mi ha portato negli anni a vivere situazioni notevolmente imbarazzanti laddove il luogo comune avrebbe dovuto, al contrario, aiutarmi ad uscire dall’imbarazzo stesso. Vado ad elencare alcuni esempi:

(QuandosiFaBuio incrocia un altro essere umano di sesso maschile nell’ascensore, e decide di “rompere il ghiaccio”)

–    L’importante è essere giovani dentro, no?
–    …prego?
–    No, dico: di qualcosa bisogna pur morire.
–    Beh, sì, ma cosa…
–    Alla tua età io saltavo i fossi per lungo, caro mio.
–    Veramente io ho vent’anni.
–    Vent’anni? Cazzo, la mamma dei cretini è sempre incinta!

(QuandoSiFaBuio riceve una notizia che ti cambia la vita)

–    Tesoro… sono incinta!
–    Non sei grassa, amore: sei robusta di costituzione.
–    …ma hai sentito cosa ho detto? Diventerai papà!
–    La riviera romagnola è piena di tedeschi.
–    Ma vaffanculo, va.
–    Se lasci una bistecca a mollo nella coca-cola per un’ora, non rimane niente.

(QuandosiFaBuio è alla cassa delle Poste per pagare un bollettino)

–    Sono 42,70€, signore.
–    Io non credo proprio in Dio, ma in qualcosa che sta sopra di noi.
–    Ehm… ok, signore, adesso… adesso può pagarmi, per cortesia?
–    Il denaro non fa la felicità.
–    Ok, ha ragione, ma ora potrebbe…
–    (rivolto alla gente in coda) IL DENARO NON FA LA FELICITÀ!
–    (alcune persone in coda rispondono) Ha ragione! Ha perfettamente ragione!
–    Bene, signore, ora che l’ha detto a tutti ha intenzione di pagare, per cortesia?
–    Il pubblico è il dodicesimo in campo.

(QuandosiFaBuio alla festa partigiana locale)

–    Quando c’era lui i treni partivano in orario.
–    PREGO?
–    No, dicevo: io non sono razzista, ma se ne stessero a casa loro.
–    Stai cercando di farti menare?
–    Eh? No,no. Non è perché hai bevuto: è mischiare, che ti frega.

(QuandoSiFaBuio chiacchiera con un amico a proposito di tecnologia e tempi moderni)

–    Cioè, alla fine c’hai uno come amico su facebook e poi quando lo incontri in giro non ti saluta nemmeno. Perché?
–    Semplicemente perché nessuno ha mille amici, nella vita reale.
–    Ehy! Questa è una risposta sensata!
–    Ah, già. Uhm…  in Sicilia ci sono dei posti meravigliosi, ma non sanno sfruttare il turismo.
–    Così va meglio.
–    Non è che non mi piaci: è che non sono pronto per una storia seria.

Le grandi scoperte di appletini: il Venerdì è bello perché viene prima del Sabato

Ok, oggi non c’ho tempo, quindi sarò breve (pensavo: se trovassi milleduecento persone disposte a donare un euro al mese ad appletini, io potrei starmene a casa tutto il giorno a tenere aggiornato il blog, cercare Gods of the week degni di tal nome, scrivere cose molto fiche, ecc. Pensateci). Cominciamo da qui: 90-84-89. No, non sono le misure della vostra MILF preferita (anche perché con delle misure del genere somiglierebbe curiosamente ad un tubo): sono le visite giornaliere che ha ricevuto appletini questa settimana. Quindi vorremmo ringraziarvi (vi limonerei duro uno ad uno, se potessi) ed invitarvi a continuare a seguirci (a parte quando andiamo in bagno). Per ringraziarvi, il Consiglio di Amministrazione di appletini si riunirà straordinariamente domani pomeriggio per dibattere e deliberare importantissime novità: a breve potremmo proporre nuove iniziative mondane per il vostro (ed il nostro) sollazzo! Detto questo, vi lasciamo con un video e vi auguriamo un fantasmagorico fine settimana. Cercate di fare i bravi e, nel caso combiniate qualche cazzata, date pure la colpa a noi!

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=0hivUEkYuio]