Skip to main content

10 Febbraio 1992: ricordate cosa accadeva esattamente vent’anni fa?

Il 10 Febbraio 1992 è una data importante per l’Italia: lo è per la vita di tutti quelli che all’epoca avevano… non lo so, diciamo tra i cinque e i venticinque anni, ma non solamente. Già vi vedo mentre alzate gli occhi al cielo e scrutate le nuvole cercando l’ispirazione giusta per far risalire alla memoria qualche avvenimento importante di quell’anno: che diavolo è successo nel 1992? Sono già passati vent’anni? Quanti ne avevo, di anni, allora?

Io il 10 Febbraio ne avevo quasi undici e direi proprio che sì, di cose importanti (e meno) da ricordare ne sono successe: Falcone prima e Borsellino poi, l’inizio dell’inchiesta “mani pulite”, la Lega Nord che ottiene il suo primo grande successo, lo scudetto del Milan con Van Basten capocannoniere, Jovanotti che canta “Sono un ragazzo fortunato, perché mi hanno regalato un sogno: sono fortunato perché non c’è niente che ho bisogno”; esce “Automatic for the people” dei REM, Freddie Mercury è morto da poco e cominciano ad essere pubblicati i suoi Greatest Hits che non smetteranno mai più di tormentarci, soprattutto intorno a Natale. E poi le Olimpiadi di Barcellona e l’Europeo di calcio vinto dalla Danimarca. Mia madre aveva la “127” rossa ed era in procinto di sostituirla in favore di una “Uno” bianca (lasci centoventisette e prendi uno: non è una metafora di ciò che sarebbe accaduto poi, con l’avvicinarsi degli anni zero? Ci hanno abituati a campare con poco attraverso le pubblicità del detersivo, convincendoci che ricevere due fustini in cambio di uno fosse sconveniente)

Col tempo siamo portati a pensare che le cose importanti siano solamente quelle che negli anni vengono rievocate dai telegiornali, quelle che ci consentono di fare bella figura ricordandone la data esatta, facendo sfoggio di una ferrea memoria; fatti che riguardano la politica, oppure i grandi avvenimenti di cronaca nera: d’altra parte, non possiamo certo ricordarci tutto. Ecco, la nostra memoria storica in queste due cose è veramente infallibile: le puttanate dei politici e i morti. Ne ricordiamo le date, ma non impariamo mai nulla da ciò che è successo.

Eppure è accaduto qualcosa, qualcosa d’altro, nel 1992, il 10 febbraio. Qualcosa che non viene ricordato dai telegiornali ma che, se ci pensate, un po’ la vita ve l’ha cambiata. E che ci ha disillusi una volta per tutte: perché se anche i supereroi muoiono, non ce n’è davvero per nessuno.

10 Febbraio 1992: esce Hanno ucciso l’uomo ragno, degli 883. Vi sembra una cosa assolutamente senza importanza? Beh, questo disco vende seicentocinquantamila copie aggiudicandosi un disco di diamante, un disco d’oro e sei dischi di platino; rimane in testa alle classifiche per dieci settimane (alla fine dell’anno, cioè più di dieci mesi dopo l’uscita, è ancora al quarto posto), ne vengono estratti sei singoli. Tutti hanno la cassetta degli 883; tutti si chiedono chi diavolo l’abbia ucciso, l’uomo ragno (forse qualche industria di caffè?); tutti cantiamo Come mai ma chi sarai per fare questo a me, notti intere ad aspettarti, ad aspettare te e ci convinciamo che no, le notti non finiscono all’alba nella via.

E qualcosa cambia. In quell’anno, e nel successivo, diversi studenti universitari scrivono la loro tesi di laurea sul linguaggio comunicativo degli 883 (mi piacerebbe vedere l’espressione delle altre persone quando questi, oggi, se ne escono con un: “io la tesi l’ho fatta sugli 883!”); si scopre come due ragazzetti che cantano della vita di provincia (cioè, uno canta: l’altro balla, e pure male) e che “parlano come mangiano” possano, musicalmente parlando,conquistare un intero paese, fotografando l’Italia di quegli anni meglio di quanto non abbiano saputo fare i telegiornali, i rotocalchi, i talk show, e quant’altro. Un’istantanea di una generazione che ancora non sapeva cosa l’aspettava di lì a pochi anni. E poi ancora: S’inkazza scritto con la “k” (non esisteva, questa cosa, nel ’92), Non me la menare, Te la tiri: non sto dicendo che li abbiano inventati loro, questi slang, ma provate a pensare quanto questi modi di dire abbiano bussato alle vostre labbra dopo aver ascoltato quel disco, a differenza di prima. E per chi all’epoca non aveva undici anni come me, ma qualcuno in più? Ce n’è anche per voi: quando torni a casa alle sei, come un ninja fai le scale. Questa casa non è un albergo, lo dice anche papà.

Non sto facendo il nostalgico, anche se parrebbe il contrario. Volevo solo arrivare a questo: andate a rivedervi qualche telegiornale di quell’anno, poi riascoltatevi il disco degli 883, e ditemi quale delle due cose rappresenta meglio il 1992.

Poi, lo so, ci saranno quelli che stanno pensando che sì, sto facendo un discorso carino ma che poi, alla fine, non è altro che malinconia mista ad un tantino di retorica, e che bisogna vivere nel presente, che i tempi sono cambiati e bla bla bla: avete ragione. Ma quando stasera uscirete dal solito ufficio, nel quale anche oggi avrete svolto lo stesso lavoro che dovrete continuare a fare per più di trent’anni, e poi vi recherete in stazione a prendere il solito treno sognando di essere da un’altra parte, in un altro posto, lontano, potrebbe essere che estraendo il biglietto dal portafogli buttiate un’occhiata allo scomparto in cui tenete le banconote e allora, nonostante i vostri discorsi sul vivere nel presente e nonostante nel frattempo sia pure cambiata la valuta, penserete una cosa, e vi renderete conto che dopo vent’anni è ancora fottutamente vera:

Con un deca non si può andar via, non ci basta neanche in pizzeria.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=3m4BgPXVdVY]

Compiere miracoli quando non ti sta guardando nessuno

In questi giorni sono un po’ indaffarato, ma non vorrei mai lasciar passare troppo tempo senza aggiornare il blog, che poi voi smettete di seguirlo e io mi deprimo e mi ritrovate sul ciglio di una strada coperto di cenci mentre tento di vendere le stalattiti che mi si sono formate sotto la barba a cinquanta centesimi al pezzo, spacciandole per ghiaccioli (al gusto di barba, per l’appunto). A proposito di ghiaccioli: ieri il mio micio Walker Texas Zolfanello Boomerang Gesù D.B. Olyfield Lupin era a spasso per i vigneti, così prima di uscire gli ho lasciato la ciotola di fuori, sotto il portico. Avete presente quelle ciotole doppie in cui da una parte metti il cibo e dall’altra l’acqua? Ecco, quella. Al mio ritorno scopro che alcune crocchette erano finite nello scomparto dell’acqua, che nel frattempo si era ghiacciata, e trovo il gatto che sta leccando questa sottospecie di ghiacciolo al gusto crocchetta con un’aria non troppo felice. Una scena di una tristezza inenarrabile.

La sera, poi, mi reco all’allenamento e, al termine di questo, mi soffermo un minuto più degli altri in palestra. Nel fare stretching (nel fingere di farlo, più che altro) steso per terra con il viso rivolto verso l’alto noto un pallone incastrato tra le travi, sul tetto. E qui, come ben potete immaginare, scatta il delirio di onnipotenza: prendo un secondo pallone, lo tengo tra le mani e lo colpisco al volo con un destro di collo pieno. Risultato: centro in pieno la palla incastrata tra le travi, che come per magia si sgancia e cade al suolo, ringraziandomi per averla liberata da quel pluriannuale supplizio. Ora, se c’è una cosa che il gioco del calcio ci ha insegnato è che dopo un gol bisogna esultare come degli imbecilli, indipendentemente dalll’importanza della partita, fosse anche Pedesina-Morterone (se questi due nomi non vi dicono nulla abbiate la compiacenza di andare a sbirciare la lista dei comuni più piccoli d’Italia, che potete trovare QUI, e scoprirete che hanno rispettivamente trentaquattro e trentasette abitanti: praticamente giocano tutti a calcio. Il Morterone, ad esempio, ha in porta la signora Clotilde, novantotto anni portati discretamente. Un paio d’anni fa, durante una partita, una pallonata la colpì al petto centrando in pieno il tastino del Salvalavita Beghelli, che cominciò a far partire telefonate d’aiuto a parenti ed amici, tra i quali figurava anche Batman).

Così, seguendo alla lettera il copione del ho-fatto-gol-sono-un-gran-fico-quindi-devo-esultare-come-un-pirla  mi sono girato alzando le braccia al cielo e urlando “vi lascio la pace, vi do la mia pace” e, perdio, non c’era nessuno. Nessuno, cazzo. Solo un’eco di risate proveniente dallo spogliatoio.
Allora ho preso in mano il pallone che avevo appena disincastrato dal tetto, ho mirato nuovamente verso l’alto, ho tirato un destro secco a sorprendere la trave e l’ho fatto incastrare esattamente nello stesso punto di prima; infine, ho raccolto i miei stracci e mi sono levato dai coglioni, senza farne parola con nessuno.  Che cazzo.

(la parte in cui faccio incastrare nuovamente il pallone sul tetto potrebbe essere inventata, ndr)

 

Sorridete: così, se dovesse venirvi una paresi, già siamo abituati

Oggi nonc’hotempononc’hovogliaec’hoinballounesperimento, quindi poche parole e passiamo ai fatti. Stampatevi un sorrisetto su viso, molleggiatevi un po’ sulle vostre sgangherate giunture (non è bellissima la parola “sgangherato”?) e muovete il capo avanti e indietro a mò di piccione.

Insomma, e fatevela, ‘na ballata.

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=JwVr712-_Do]

Cose più importanti del terremoto

Va bene, c’è stato un terremoto: lo abbiamo sentito (cioè, lo avete sentito voi, io no. Essì che ero in pieno relax, avrei dovuto farci caso. Forse la mia amaca è antisismica: devo rileggermi le istruzioni) e ci sta che ognuno commenti a modo suo l’accaduto e bla bla bla. Ma, dico io, vogliamo per una volta, una soltanto, amici e cittadini italiani, dare la giusta importanza alle cose? Davvero dobbiamo dedicare così tanto tempo ad una piccola scossa di terremoto, quando ci sono ben altre questioni sulle quali focalizzarsi? Vogliamo veramente togliere spazio a ciò che conta davvero?

Nemmeno alla Protezione Civile penserebbe al terremoto, se soltanto fossero a conoscenza di certa roba.  E alla fine tocca sempre a me avvisare di ‘ste cose.

– Pronto, Protezione Civile.

– Sì, salve, sono QuandosiFaBuio, di appletini.it

– Buongiorno, chiama per il terremoto?

– No, cioè: sì. Nel senso: non vi preoccupate troppo.

– Come ha detto, scusi?

– Ho detto di non preoccuparsi troppo: abbiamo altro a cui pensare.

– Non credo di aver capito molto bene.

– Ok, senta: è seduto, ora?

– No.

– Ok: si sieda. Fatto?

– Sì.

– Bene. Ora prenda un bel respiro e si rilassi.

– Ok: sono rilassato. Che deve dirmi?

– Vede il fatto è che, è che…

– …?

– È che… oh, cazzo, non ce la faccio.

– Avanti, mi dica che sta succedendo!

– Vede, il fatto è che…sì, insomma… ho scoperto che l’accendino è stato inventato prima dei fiammiferi.

– COSA?

– Giuro. Ho passato tutta la notte raggomitolato in un angolo della stanza, tremando e piangendo.

– Non mi sta prendendo per il culo, vero?

– Non potrei mai, su una cosa del genere.

– Porca troia, devo richiamare il personale qui in sede, sono tutti fuori per quella stronzata del terremoto!

– Lo faccia subito. In bocca al lupo.

– Se esiste un dio ci salveremo, vedrà.

– Addio.

(la seconda persona che ho tentato di chiamare è stata mia madre, ma i collegamenti telefonici sono ormai impossibili. Buona parte degli impianti elettrici sono ormai fuori uso e la città, fuori, è irriconoscibile. È il caos. Sto scrivendo dal mio rifugio antiatomico, nella speranza che qualcuno sia ancora vivo e possa leggere questo post. Nel frattempo, il mio gatto sta finendo le scorte di cibo in scatola per i prossimi dodici anni, quindi probabilmente morirò di fame, a meno che io non decida di mangiarmi il gatto. Ma è più probabile che sia lui a mangiare me.)

Psicoterapia di gruppo

–    Salve a tutti, mi chiamo QuandoSiFaBuio e ho un problema col passato.
–    (in coro) Ciao, QuandoSiFaBuio, benvenuto!
–    Vuoi raccontarci la tua storia, QuandoSiFaBuio? Qui sei al sicuro…
–    D’accordo. Vedete, il problema è questo: io me ne sono sempre sbattuto di tutto, nella vita. Non mi è mai importato molto di ciò che mi accadeva, e di ciò che accadeva a coloro i quali mi stanno vicino. Diciamo che ho sempre preso tutto con filosofia, ecco.
–    Ma adesso qualcosa è cambiato, giusto?
–    Già. In pratica, ho cominciato a ragionare su cose passate e a sentirmi male: a volte stupido, altre volte completamente fuori di testa.
–    Ci vuoi fare qualche esempio, amico?
–    Certo. In questi giorni, ad esempio, mi sto sentendo molto idiota per tutte le volte che mi sono fatto male in maniera poco consona,e altre cose. Ad esempio quando mi sono ferito un dito della mano col computer.
–    Ghghghgh..
–    Ehy, chi cazzo sta ridendo?
–    No, no, nessuno riderà di te, qui. Fidati. Continua.
–    Ecco, oppure quando mi sono squarciato il ventre tuffandomi di pancia su una discesa di mattoni.
–    Ghgh…
–    Ehy!
–    Continua, continua.

– Quando ho rimediato tre punti affettando un’anguria, due punti aprendo la scatoletta del tonno, quando ho appoggiato il borsello sopra l’auto e poi sono partito dimenticandomelo lì, quando mi sono grattato i coglioni con la protesi di un tizio appena conosciuto, quando sono finito al pronto soccorso per aver tirato una testata a un mojito, quando…
–    Ma sono tutte vere, ‘ste cose?
–    Beh, sì, sono qui per raccontarvi tut…
–    Buahahahahahahaha!! Ahahahahahahah!! Ma sei un coglione!! Ahahahahah!!
–    Ma avevate detto che potevo dirvi tut…
–    Ahahahahah!! Si è grattato i coglioni con la protesi di un tizio!! Ahahah!!
–    Ma…
–    Ahahahahahahah!!
–    Ecco, l’unica cosa della quale non mi sento in colpa è l’aver sterminato tutti i miei parenti perché ridevano di me.
–    …
–    Ah, adesso non fiatate, eh? Razza di bastardi. Bene, ora vediamo un po’… tu! Tu, lì dietro, perché sei qui?
–    Io… io ho una dipendenza dalla pornografia.
–    Bene: d’ora in poi tu sarai “segaiolo”. E tu? Tu che ci fai qui?
–    Io? Io… io ho problemi di tossicodipendenza.
–    Ottimo,d’ora in poi sarai “fattone”. Ora, fattone, avvicinati a segaiolo. Così, bravo. Ora calati i pantaloni e inculalo.
–    Eh?
–    Non far finta di non aver capito! Inculalo, fagli le fette, defloralo analmente, cogli il suo frutto, inverti il senso di marcia, come cazzo lo chiamate da queste parti?
–    Ma io…
–    INCULALO!
–    O… ok.
–    E voialtri, guardateli e nel frattempo cantate “Glory, glory, halleluja”!  Avanti. Tu, inculalo. E voi, cantate.
–    “Glory, glory, halleluuujaaaa…”
(diciotto minuti, molti colpi di reni e molti “glory,glory halleluja” dopo)
–    Ok, direi che per oggi è sufficiente. Ora vado: mia madre oggi ha fatto le lasagne.
–    Ehy, ma… ma non avevi sterminato tutta la tua famiglia?
–    Certo, come no.
–    …
–    Coglioni.

Come scrivere il testo di una canzone reggae

Se, come il sottoscritto, avete trascorso innumerevoli ore della vostra giuovinezza (e non) ascoltando musica Reggae, forse vi sarete resi conto che, in linea di massima, i temi trattati da codeste canzoni tendono a essere ricorrenti: Babylon, Jah, freedom, vibrations, rastafari etc…
Insomma, c’è chi, forte di questo concetto, ha creato un generatore casuale di testi per canzoni Reggae. E’ sufficiente specificare:

  • Per cosa stiamo lottando (We are fighting for?)
  • Chi ci sta aiutando nell’impresa (With the help of?) e chi altro ci aiuta (and the help of?)
  • Contro chi/cosa stiamo lottando (Who’s the opponent?)
  • Dove accadono questi fatti (where?) e come vogliamo risolverli (how?)

Una volta premuto l’apposito bottone, verrà generato automaticamente il testo della vostra nuova canzone Reggae: provare per credere! Trovate il generatore di testi Reggae qui:

Reggae Song Lyrics Generator

E’ consigliabile condire il tutto con un giro di accordi in levare tipo Sol, Do, Re o Do Sol La- Fa!

Non ci sono più le mezze stagioni

Un luogo comune è un’opinione (non necessariamente “vera”) o un concetto la cui diffusione, ricorrenza o familiarità ne determinano l’ovvietà o l’immediata riconoscibilità. In letteratura è detto tòpos e indica il ricorrere di un tema in un autore o in un genere letterario o artistico. Il termine deriva dalla locuzione latina locus communis, la piazza (il forum), dove le persone si incontravano e conversavano.
(fonte: wikipedia.it)

La cosa davvero interessante dei luoghi comuni è l’utilizzo che ne facciamo: rompiamo il ghiaccio in una situazione più o meno imbarazzante (la famosa salita in ascensore con un tizio che non si conosce, o l’intrattenersi con uno sconosciuto); li utilizziamo per concludere un’affermazione, come rafforzativo ad essa; in alcune situazioni paradossali li proferiamo come “cosa divertente da dire”; ci parano il culo quando non sappiamo dare spiegazioni.
Ovviamente è necessario utilizzare il corretto luogo comune a seconda della situazione richiesta: non è possibile proferirne uno a caso. Il mio problema è che non ne sono capace: cioè, nonostante mi renda conto di tutto questo, mi suonano talmente banali (ed è la loro forza, esserlo, sia chiaro) da poter essere utilizzati a caso. Uno vale l’altro, insomma. Il che mi ha portato negli anni a vivere situazioni notevolmente imbarazzanti laddove il luogo comune avrebbe dovuto, al contrario, aiutarmi ad uscire dall’imbarazzo stesso. Vado ad elencare alcuni esempi:

(QuandosiFaBuio incrocia un altro essere umano di sesso maschile nell’ascensore, e decide di “rompere il ghiaccio”)

–    L’importante è essere giovani dentro, no?
–    …prego?
–    No, dico: di qualcosa bisogna pur morire.
–    Beh, sì, ma cosa…
–    Alla tua età io saltavo i fossi per lungo, caro mio.
–    Veramente io ho vent’anni.
–    Vent’anni? Cazzo, la mamma dei cretini è sempre incinta!

(QuandoSiFaBuio riceve una notizia che ti cambia la vita)

–    Tesoro… sono incinta!
–    Non sei grassa, amore: sei robusta di costituzione.
–    …ma hai sentito cosa ho detto? Diventerai papà!
–    La riviera romagnola è piena di tedeschi.
–    Ma vaffanculo, va.
–    Se lasci una bistecca a mollo nella coca-cola per un’ora, non rimane niente.

(QuandosiFaBuio è alla cassa delle Poste per pagare un bollettino)

–    Sono 42,70€, signore.
–    Io non credo proprio in Dio, ma in qualcosa che sta sopra di noi.
–    Ehm… ok, signore, adesso… adesso può pagarmi, per cortesia?
–    Il denaro non fa la felicità.
–    Ok, ha ragione, ma ora potrebbe…
–    (rivolto alla gente in coda) IL DENARO NON FA LA FELICITÀ!
–    (alcune persone in coda rispondono) Ha ragione! Ha perfettamente ragione!
–    Bene, signore, ora che l’ha detto a tutti ha intenzione di pagare, per cortesia?
–    Il pubblico è il dodicesimo in campo.

(QuandosiFaBuio alla festa partigiana locale)

–    Quando c’era lui i treni partivano in orario.
–    PREGO?
–    No, dicevo: io non sono razzista, ma se ne stessero a casa loro.
–    Stai cercando di farti menare?
–    Eh? No,no. Non è perché hai bevuto: è mischiare, che ti frega.

(QuandoSiFaBuio chiacchiera con un amico a proposito di tecnologia e tempi moderni)

–    Cioè, alla fine c’hai uno come amico su facebook e poi quando lo incontri in giro non ti saluta nemmeno. Perché?
–    Semplicemente perché nessuno ha mille amici, nella vita reale.
–    Ehy! Questa è una risposta sensata!
–    Ah, già. Uhm…  in Sicilia ci sono dei posti meravigliosi, ma non sanno sfruttare il turismo.
–    Così va meglio.
–    Non è che non mi piaci: è che non sono pronto per una storia seria.

Le grandi scoperte di appletini: il Venerdì è bello perché viene prima del Sabato

Ok, oggi non c’ho tempo, quindi sarò breve (pensavo: se trovassi milleduecento persone disposte a donare un euro al mese ad appletini, io potrei starmene a casa tutto il giorno a tenere aggiornato il blog, cercare Gods of the week degni di tal nome, scrivere cose molto fiche, ecc. Pensateci). Cominciamo da qui: 90-84-89. No, non sono le misure della vostra MILF preferita (anche perché con delle misure del genere somiglierebbe curiosamente ad un tubo): sono le visite giornaliere che ha ricevuto appletini questa settimana. Quindi vorremmo ringraziarvi (vi limonerei duro uno ad uno, se potessi) ed invitarvi a continuare a seguirci (a parte quando andiamo in bagno). Per ringraziarvi, il Consiglio di Amministrazione di appletini si riunirà straordinariamente domani pomeriggio per dibattere e deliberare importantissime novità: a breve potremmo proporre nuove iniziative mondane per il vostro (ed il nostro) sollazzo! Detto questo, vi lasciamo con un video e vi auguriamo un fantasmagorico fine settimana. Cercate di fare i bravi e, nel caso combiniate qualche cazzata, date pure la colpa a noi!

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=0hivUEkYuio]

 

 

É tutta una questione di comodità

Ci sono giorni in cui ti svegli e non hai proprio voglia di fare un cazzo: non faresti nemmeno pipì se non fosse che poi ti si gonfia la vescica, e più attendi più lei si gonfia, poi ad un certo punto esplode e, come quando una diga si rompe, l’orina si diffonde all’interno dell’organismo con una pressione tale da farlo esplodere a sua volta, allagando la casa con una pressione tale da farla esplodere a sua volta, e invadendo quindi la città, con una pressione tale da spazzare via tutto, e allargandosi alla provincia, con un furore così impressionante da superarne i confini ed espandersi a tutta la regione, con una violenza tale da…

É così che la immagino, la fine del mondo. Quindi, anche quando siete scazzati, abbiate la compiacenza di andare almeno a pisciare.

Tra l’altro parlando di dighe mi è sovvenuta una cosa: quando ero piccolo, nella mia città natìa c’era una sorta di aborto di fontana sulla quale un poeta metropolitano aveva scritto a pennarello la seguente strofa d’amore: “Come l’acqua spaccala diga, il mio c***o ti sbraga la f**a” (si noti quanto sono stato -eccezionalmente- morigerato, censurando i termini “forti”). Altre scritte epiche erano “Figa aperta raggio di sole” nel sottopasso della stazione (sono già stato morigerato prima, non pretendete troppo) e “Rivoglio il mio ping pong”, a caratteri cubitali sul sottopasso, sempre in zona stazione. Ma di tutto questo parlerò dettagliatamente un’altra volta.

Torniamo al discorso iniziale: giornata-scazzo. Zero voglia di alzarsi, zero voglia di lavorare, zero voglia di leggere, scrivere, guardare un film, cucinare, fare una passeggiata. Zero voglia anche di leggere il giornale, che quelle pagine grandi e sottili sono difficilissime da girare, e poi non sai mai bene in che posizione metterti. Ma almeno per questo c’è una soluzione: la macchina per girare le pagine del giornale. Come funziona? Beh, potete verificarlo guardando il video. Io la voglio!

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=GOMIBdM6N7Q]
(nell’immagine sottostante, un tipico esempio di allagamento da orina)

…ma potete morire anche così!!

Piccola aggiunta al POST PRECEDENTE: se volete lasciarci le penne potete provare a farlo in grande stile, nei seguenti modi:

1) Terminando un intero vaso di nutella in tre minuti
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=SSDOeSTXLTQ]

 

2) Scaraffandovi sei birre in dieci secondi[youtube https://www.youtube.com/watch?v=YB65K5ifbH4]

 

3) Partecipando ad una fantastica staffetta alcolica (sia chiaro, prima o poi appletini ‘sta cosa la organizza: non possiamo non farla!)
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=3JPYpCBNYSI]