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Mese: Febbraio 2012

T.V.U.M.D.B.

Scommetto che non ci credevate così sensibili da dedicare il post odierno a San Valentino. In effetti non lo siamo: la questione è che non bisogna essere sensibili. Bisogna essere semplicemente dei tordi.

E quello lo siamo, perdio: è fuori discussione. Ma sappiamo esserlo a modo nostro, e questo è l’appletini-pensiero sulla faccenda “San valentino” e tutto quel tran tran di fiori, cioccolatini con frasi molto fiche, telefonate molto romantiche, cene obbligate e sesso programmato che puntualmente ci dobbiamo sorbire. Fatene buon uso.

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=CUzZ0NDvs5k]

God of the week: l’indiano bello (col chiodo nel cervello)

C’è qualcosa di meglio che cominciare la settimana con un fantastico God of the week?

Si spara nel cervello con una sparachiodi, non se ne accorge fino al giorno dopo

Dante Autullo è un uomo decisamente molto fortunato. L’uomo stava lavorando nella sua officina di Chicago quando una sparachiodi gli è sfuggita di mano ed è caduta. L’uomo non si è minimamente accorto che era partito un chiodo, ed ha continuato a lavorare normalmente.

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Solo il giorno dopo, quando ha iniziato ad avere sintomi di nausea si è recato al pronto soccorso, dove i medici dopo una visita hanno deciso di fargli una radiografia del cranio. Si aspettavano però al massimo di vedere dei vasi sanguigni ostruiti, e non certo un chiodo da quasi dieci centimetri piantato nel bel mezzo del cervello dell’uomo.

L’uomo è stato sottoposto ad una operazione urgente per rimuovere il chiodo, ed ora sta già recuperando e dovrebbe essere dimesso a breve.

I medici hanno poi spiegato che, oltre alla circostanza fortunata di avere trapassato solo aree secondarie del cervello, questo è stato possibile perché il cervello non ha ricettori del dolore, e quindi Autullo non ha sentito nulla.

(fonte: notizie.delmondo.info)

10 Febbraio 1992: ricordate cosa accadeva esattamente vent’anni fa?

Il 10 Febbraio 1992 è una data importante per l’Italia: lo è per la vita di tutti quelli che all’epoca avevano… non lo so, diciamo tra i cinque e i venticinque anni, ma non solamente. Già vi vedo mentre alzate gli occhi al cielo e scrutate le nuvole cercando l’ispirazione giusta per far risalire alla memoria qualche avvenimento importante di quell’anno: che diavolo è successo nel 1992? Sono già passati vent’anni? Quanti ne avevo, di anni, allora?

Io il 10 Febbraio ne avevo quasi undici e direi proprio che sì, di cose importanti (e meno) da ricordare ne sono successe: Falcone prima e Borsellino poi, l’inizio dell’inchiesta “mani pulite”, la Lega Nord che ottiene il suo primo grande successo, lo scudetto del Milan con Van Basten capocannoniere, Jovanotti che canta “Sono un ragazzo fortunato, perché mi hanno regalato un sogno: sono fortunato perché non c’è niente che ho bisogno”; esce “Automatic for the people” dei REM, Freddie Mercury è morto da poco e cominciano ad essere pubblicati i suoi Greatest Hits che non smetteranno mai più di tormentarci, soprattutto intorno a Natale. E poi le Olimpiadi di Barcellona e l’Europeo di calcio vinto dalla Danimarca. Mia madre aveva la “127” rossa ed era in procinto di sostituirla in favore di una “Uno” bianca (lasci centoventisette e prendi uno: non è una metafora di ciò che sarebbe accaduto poi, con l’avvicinarsi degli anni zero? Ci hanno abituati a campare con poco attraverso le pubblicità del detersivo, convincendoci che ricevere due fustini in cambio di uno fosse sconveniente)

Col tempo siamo portati a pensare che le cose importanti siano solamente quelle che negli anni vengono rievocate dai telegiornali, quelle che ci consentono di fare bella figura ricordandone la data esatta, facendo sfoggio di una ferrea memoria; fatti che riguardano la politica, oppure i grandi avvenimenti di cronaca nera: d’altra parte, non possiamo certo ricordarci tutto. Ecco, la nostra memoria storica in queste due cose è veramente infallibile: le puttanate dei politici e i morti. Ne ricordiamo le date, ma non impariamo mai nulla da ciò che è successo.

Eppure è accaduto qualcosa, qualcosa d’altro, nel 1992, il 10 febbraio. Qualcosa che non viene ricordato dai telegiornali ma che, se ci pensate, un po’ la vita ve l’ha cambiata. E che ci ha disillusi una volta per tutte: perché se anche i supereroi muoiono, non ce n’è davvero per nessuno.

10 Febbraio 1992: esce Hanno ucciso l’uomo ragno, degli 883. Vi sembra una cosa assolutamente senza importanza? Beh, questo disco vende seicentocinquantamila copie aggiudicandosi un disco di diamante, un disco d’oro e sei dischi di platino; rimane in testa alle classifiche per dieci settimane (alla fine dell’anno, cioè più di dieci mesi dopo l’uscita, è ancora al quarto posto), ne vengono estratti sei singoli. Tutti hanno la cassetta degli 883; tutti si chiedono chi diavolo l’abbia ucciso, l’uomo ragno (forse qualche industria di caffè?); tutti cantiamo Come mai ma chi sarai per fare questo a me, notti intere ad aspettarti, ad aspettare te e ci convinciamo che no, le notti non finiscono all’alba nella via.

E qualcosa cambia. In quell’anno, e nel successivo, diversi studenti universitari scrivono la loro tesi di laurea sul linguaggio comunicativo degli 883 (mi piacerebbe vedere l’espressione delle altre persone quando questi, oggi, se ne escono con un: “io la tesi l’ho fatta sugli 883!”); si scopre come due ragazzetti che cantano della vita di provincia (cioè, uno canta: l’altro balla, e pure male) e che “parlano come mangiano” possano, musicalmente parlando,conquistare un intero paese, fotografando l’Italia di quegli anni meglio di quanto non abbiano saputo fare i telegiornali, i rotocalchi, i talk show, e quant’altro. Un’istantanea di una generazione che ancora non sapeva cosa l’aspettava di lì a pochi anni. E poi ancora: S’inkazza scritto con la “k” (non esisteva, questa cosa, nel ’92), Non me la menare, Te la tiri: non sto dicendo che li abbiano inventati loro, questi slang, ma provate a pensare quanto questi modi di dire abbiano bussato alle vostre labbra dopo aver ascoltato quel disco, a differenza di prima. E per chi all’epoca non aveva undici anni come me, ma qualcuno in più? Ce n’è anche per voi: quando torni a casa alle sei, come un ninja fai le scale. Questa casa non è un albergo, lo dice anche papà.

Non sto facendo il nostalgico, anche se parrebbe il contrario. Volevo solo arrivare a questo: andate a rivedervi qualche telegiornale di quell’anno, poi riascoltatevi il disco degli 883, e ditemi quale delle due cose rappresenta meglio il 1992.

Poi, lo so, ci saranno quelli che stanno pensando che sì, sto facendo un discorso carino ma che poi, alla fine, non è altro che malinconia mista ad un tantino di retorica, e che bisogna vivere nel presente, che i tempi sono cambiati e bla bla bla: avete ragione. Ma quando stasera uscirete dal solito ufficio, nel quale anche oggi avrete svolto lo stesso lavoro che dovrete continuare a fare per più di trent’anni, e poi vi recherete in stazione a prendere il solito treno sognando di essere da un’altra parte, in un altro posto, lontano, potrebbe essere che estraendo il biglietto dal portafogli buttiate un’occhiata allo scomparto in cui tenete le banconote e allora, nonostante i vostri discorsi sul vivere nel presente e nonostante nel frattempo sia pure cambiata la valuta, penserete una cosa, e vi renderete conto che dopo vent’anni è ancora fottutamente vera:

Con un deca non si può andar via, non ci basta neanche in pizzeria.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=3m4BgPXVdVY]

Giappone&dintorni: modi alternativi di sbucciare le banane

Soventemente si usa, da queste parti, mandare la gente ad un determinato paese con l’espressione “vai a raddrizzare le banane col culo”: oggi invece, per la nostra consueta rubrica “Giappone&dintorni”, proponiamo un tizio che non si cura tanto di raddrizzarle ma si prende la briga di sbucciarle, che già non è cosa da poco. Presumo siano necessari mesi (forse anni) di allenamento, oltre ad un’innata elasticità chiappale. Ah, una cosa importantissima: non dimenticate di passare a visitarci anche domani. Abbiamo un anniversario di incommensurabile importanza da festeggiare!

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=OW_mxiuzUIo]

Compiere miracoli quando non ti sta guardando nessuno

In questi giorni sono un po’ indaffarato, ma non vorrei mai lasciar passare troppo tempo senza aggiornare il blog, che poi voi smettete di seguirlo e io mi deprimo e mi ritrovate sul ciglio di una strada coperto di cenci mentre tento di vendere le stalattiti che mi si sono formate sotto la barba a cinquanta centesimi al pezzo, spacciandole per ghiaccioli (al gusto di barba, per l’appunto). A proposito di ghiaccioli: ieri il mio micio Walker Texas Zolfanello Boomerang Gesù D.B. Olyfield Lupin era a spasso per i vigneti, così prima di uscire gli ho lasciato la ciotola di fuori, sotto il portico. Avete presente quelle ciotole doppie in cui da una parte metti il cibo e dall’altra l’acqua? Ecco, quella. Al mio ritorno scopro che alcune crocchette erano finite nello scomparto dell’acqua, che nel frattempo si era ghiacciata, e trovo il gatto che sta leccando questa sottospecie di ghiacciolo al gusto crocchetta con un’aria non troppo felice. Una scena di una tristezza inenarrabile.

La sera, poi, mi reco all’allenamento e, al termine di questo, mi soffermo un minuto più degli altri in palestra. Nel fare stretching (nel fingere di farlo, più che altro) steso per terra con il viso rivolto verso l’alto noto un pallone incastrato tra le travi, sul tetto. E qui, come ben potete immaginare, scatta il delirio di onnipotenza: prendo un secondo pallone, lo tengo tra le mani e lo colpisco al volo con un destro di collo pieno. Risultato: centro in pieno la palla incastrata tra le travi, che come per magia si sgancia e cade al suolo, ringraziandomi per averla liberata da quel pluriannuale supplizio. Ora, se c’è una cosa che il gioco del calcio ci ha insegnato è che dopo un gol bisogna esultare come degli imbecilli, indipendentemente dalll’importanza della partita, fosse anche Pedesina-Morterone (se questi due nomi non vi dicono nulla abbiate la compiacenza di andare a sbirciare la lista dei comuni più piccoli d’Italia, che potete trovare QUI, e scoprirete che hanno rispettivamente trentaquattro e trentasette abitanti: praticamente giocano tutti a calcio. Il Morterone, ad esempio, ha in porta la signora Clotilde, novantotto anni portati discretamente. Un paio d’anni fa, durante una partita, una pallonata la colpì al petto centrando in pieno il tastino del Salvalavita Beghelli, che cominciò a far partire telefonate d’aiuto a parenti ed amici, tra i quali figurava anche Batman).

Così, seguendo alla lettera il copione del ho-fatto-gol-sono-un-gran-fico-quindi-devo-esultare-come-un-pirla  mi sono girato alzando le braccia al cielo e urlando “vi lascio la pace, vi do la mia pace” e, perdio, non c’era nessuno. Nessuno, cazzo. Solo un’eco di risate proveniente dallo spogliatoio.
Allora ho preso in mano il pallone che avevo appena disincastrato dal tetto, ho mirato nuovamente verso l’alto, ho tirato un destro secco a sorprendere la trave e l’ho fatto incastrare esattamente nello stesso punto di prima; infine, ho raccolto i miei stracci e mi sono levato dai coglioni, senza farne parola con nessuno.  Che cazzo.

(la parte in cui faccio incastrare nuovamente il pallone sul tetto potrebbe essere inventata, ndr)

 

God of the week: sobri si nasce, ubriachi si diventa

Quando appletini sarà al governo questa sarà la normalità, e nessuno ci farà più caso. Saremo tutti nella merda (ma del resto lo siamo già, no?), però almeno ci faremo quattro risate, durante l’approvazione dell’emendamento sulla birra gratuita per tutti. God of the week!!

Belgio, lo show del ministro ubriaco in aula

Scandalo ed imbarazzo nel parlamento belga. Durante una seduta in aula il ministro Michael Dardin si è presentato in aula visibilmente ubriaco. L’episodio ricorda quello analogo del ministro giapponese delle finanze Shoichi Nakagawa al G7 di Roma, poi costretto dal governo nipponico alle dimissioni.

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=GGDZhx3kZL0]

(fonte: Il messaggero)

Angolo letterario: “Scritti scelti male”

Per il nostro angolo letterario, che finora ha presentato solamente libri inventati dal sottoscritto (i memorabili “1001 modi di sopprimere Laura Pausini” e l’altrettanto apprezzato “è facile smettere di fumare se muori“) si apre oggi un nuovo ciclo: non ci limiteremo ad inventare boiate e recensirle, ma vi proporremo testi – esistenti, una volta tanto – che vale la pena leggere, perché perfettamente in linea con lo stile appletini (ma fatti meglio di quanto non potremmo fare noi, ovviamente). Il libro che presentiamo oggi è “Scritti scelti male” (Bompiani, 2008), di Rocco Tanica, il tizio che suona la pianola negli Elio e le storie tese. Non faremo recensioni, o meglio: recensiremo nel miglior modo possibile, cioè dandovi un piccolo assaggio di ciò che troverete al suo interno (all’interno del libro, s’intende, non all’interno di Rocco Tanica).

                             Immagine in copertina: Piero Costa 2005.                                          La fucina di Vulcano visitata dalla finanza. Olio su tela 80X65

 

La posta dei vip

A Carlo Rubbia (Premio nobel per la fisica)                                                                                                                da un gruppo di punkabbestia, Milano

Caro dottor Rubbia, siamo un gruppo di punkabbestia e le scriviamo dal marciapiede davanti all’Oviesse dove ci troviamo con alcuni cani. Seguimmo con interesse l’evoluzione della sua teoria sulla fisica delle particelle elementari. Fummo da subito entusiasti della sua proposta di convertire il superprotosincrotrone del CERN in un anello di collisione per protoni e antiprotoni; l’osservazione di eventi in cui si producono i bosoni intermedi W e Z0 diversamente non sarebbe stata possibile. Pure l’International Center Of Theoretical Physics di Trieste che lei dirige è parecchio forte. Ma veniamo alla nostra domanda: ha della moneta?

Risponde Carlo Rubbia:

Credo che anche lo studio dei neutrini cosmici, l’analisi della stabilità del protone, il progetto di una fusione nucleare controllata siano una felice conseguenza di quell’esperienza. Vicino a dove abitvoo io anni fa c’era un’Oviesse, poi ha cambiato, è diventata un’altra cosa, non ricordo cosa, forse un Coin (il dubitativo è d’obbligo). No, mi spiace, sono uscito senza portamonete.

A Krishna (divinità)                                                                                                           da Domenico Lepore, 40 anni, Reggio Emilia:

Gentile dottor Krishna, sono un invalido civile e le faccio innanzitutto tanti complimenti per la Sua attività divina. Secondariamente: non trova ambigui certi comportamenti di Valeria Marini? Prima stette con Cecchi Gori, poi lo lasciava, poi lo ha ripreso, poi lo rilascia, poi dice che sono restati amici. Credo che lui abbia molto sofferto per questa situazione. cosa ne pensa?

Risponde Krishna:

Sì, è vero, Valeria è un po’ tira-e-molla, ma cosa vuoi fare, ammazzarla? Ciao, e scrivimi ancora.

 

A Sbirulino (personaggio di Sandra Mondaini)                                                                                                       da Confusa ’96, arma di Taggia (IM)

Caro Sbirulino, giochi con me a morra cinese? Aiutami, sono disperata.  PS: io ho buttato forbici.

Risponde Sbirulino: Io sasso. ho vinto.

 

A Paolo Crepet (psichiatra)

Da Gianna Bulgarelli, 41 anni, Merano (BZ):

Gentile dottor Crepet, ho un figlio sedicenne che mi dà continui problemi. Frequenta compagnie discutibili e sono quasi certa che si droghi. Assilla me e mio marito con richieste di denaro, e quando non ottiene ciò che vuole passa alle minacce e alle mani addosso. Ieri ci ha colpiti nel sonno con un martello, uccidendoci. In questo momento è seduto in stato confusionale davanti al televisore acceso su un canale non sintonizzato (sa, il cosiddetto “effetto neve”, detto anche “sassolini”). Sono un po’ preoccupata perché ha sul volto l’espressione del soldato Facciadilardo in Full Metal Jacket quando è seduto sul gabinetto col fucile e dice: “Io sono già nella m***a”.”

Risponde Paolo Crepet:

Lo ignori. Alla lunga perderà interesse a provocarvi.

Lista della spesa #61: sopravvivere alle rigide giornate invernali (e non solo)

Una lista della spesa “multipla” per affrontare le rigide giornate invernali:

1) Bisogni mattutini

 

2) Recarsi al lavoro (con la neve)

3) Lavorare (opzione “edilizia”)

4) Lavorare (opzione “agricoltura”)

 

5) Relax post-lavorativo

6) Doccia corroborante

7) Farsi belli per la serata

8 ) Fine serata (se va bene)

9) Fine serata (se va come al solito)

10) Rientro a casa

Sorridete: così, se dovesse venirvi una paresi, già siamo abituati

Oggi nonc’hotempononc’hovogliaec’hoinballounesperimento, quindi poche parole e passiamo ai fatti. Stampatevi un sorrisetto su viso, molleggiatevi un po’ sulle vostre sgangherate giunture (non è bellissima la parola “sgangherato”?) e muovete il capo avanti e indietro a mò di piccione.

Insomma, e fatevela, ‘na ballata.

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=JwVr712-_Do]